 | ¿hëartandsöul` |
| | Capitolo 3 - Forse non era così elementare, Watson!
( o m g )
"Va bene se uso questo foglio per scrivere le opzioni?" Emanuele, abbastanza agitato ma anche un po' emozionato, cerca di calarsi in pieno nella parte di Sherlock Holmes. Immagino che, in questo caso, io debba essere il suo Watson. Mi siedo sul letto sbuffando istintivamente. "Ema, non è necessario, davvero!" Solo dio sa che occhiata mi arriva in questo momento. Della serie che-cavolo-hai-detto-lasciami-fare. Così faccio spallucce. Alla fine mi fa piacere vedere che almeno qualcuno si sta divertendo davanti a questa situazione. Emanuele apre il cassetto e prende nuovamente tra le mani quel foglietto, quello che stamattina aveva deciso di sconvolgere la mia giornata. Già, che bello, no? Io che cercavo di concentrarmi al meglio per l'esaminazione, e puntualmente ecco che un foglietto anonimo rovina ogni singolo piano da me prestabilito. Sbuffo di nuovo, questa volta facendomi sentire da Ema. "Dai Ed, ora scopriamo chi è stato!" "Ma non mi interessa" borbotto. "Ma non dire bugie, per favore!" Il mio amico si alza dalla poltroncina e si avvicina a me, dandomi un paio di pacchette sulle spalle, di quelle che i palestrati si danno come unico simbolo di affetto tra due uomini. "Pensa che, almeno, stai cercando di risolvere questa cosa qui ad Amici, se Mara ti sbatteva fuori ti trovavi solo, senza di me, e con solamente un foglietto anonimo tra le mani. Invece sei stato forte!" Amara consolazione. Ma inevitabilmente rido un po' davanti al discorso strampalato di Emanuele. Questo è quanto gli basta per capire che ha fatto il suo lavoro di amico, e così riprende in mano quel foglietto. Come un bambino alla recita scolastica, camminando lungo il perimetro della stanza, legge le parole su di esso scritte, come se non le ricordassi già abbastanza a memoria:
...Mi sono innamorata di te, come ho fatto non so...
In bocca al lupo per oggi, sono sicura che riavrai la maglia nera
e magari così potrò dirtelo a voce, cosa provo.
ps. non volevo dirtelo così, Ed, ma non ce la facevo più
Bleah. Solo questo mi viene da dire. Che messaggio è? Mi dici che sei innamorata di me con un biglietto, non lo firmi, e poi pensi pure bene di farmi l'in bocca al lupo per oggi? Ma sei fortunata che è andato tutto bene, sennò vedevi come ricambiavo sti cavolo di sentimenti. Mentre ragiono nuovamente su queste righe, Emanuele sta già parlando da un po', cancellando delle opzioni dal suo foglio. "...E poi, se escludiamo Chiara che è praticamente già promessa sposa al suo ragazzo perfetto, restano Marta e Lorella. Beh, non credo Lorella possa mai provarci con te, quindi..." Ci metto un po' a mettere insieme le sue parole. Ma appena collego il tutto, mi alzo di scatto dal letto. "No,no,no. Uooo! Fermati subito, Sherlock" A quel Sherlock, mi guarda un po' male, ma è troppo preso dai suoi discorsi per fare domande. "Scusami Edwyn, ma chi altro potrebbe essere? Ammettiamolo che è l'unica che potrebbe aver scritto questo biglietto." Scuoto la testa. Insomma, Marta è una mia amica, non farebbe mai questo. E poi, cosa ben più importante, Marta è una persona intelligente, non avrebbe mai lasciato uno stupido biglietto anonimo come spiegazione dei suoi sentimenti. Mentre inizio ad elencare ad Emanuele i motivi per i quali Marta non avrebbe mai potuto farlo, un rumore proveniente dalla porta richiama la nostra attenzione. "Oddio" dice Ema, impallidendo. "Che c'è?" "Nascondiamolo, nascondiamolo!" Grida, facendosi prendere da un inutile panico. Si avvicina al letto e infila velocemente il biglietto sotto le coperte, ma da quando mi alzo a quando arrivo alla porta ha già cambiato tre nascondigli. Non bado a lui, piuttosto focalizzo la mia attenzione su Marta, che entra di soppiatto nella nostra camera. Oddio, spero Ema non le chieda nulla riguardo il foglietto. "Marta!" Dice, togliendo il foglietto dalla custodia del suo iPhone (a quanto pare nemmeno questo gli sembrava un buon nascondiglio) e nascondendolo nervoso dietro la schiena e, successivamente, si appoggia velocemente al muro più vicino. "Ema stai bene?" Chiede lei, notando il nervosismo del nostro amico. Io scuoto la testa. Della serie: Ovviamente non sta bene, ma è Ema, non badare a lui! Così Marta inizia tranquillamente a parlare. "Stasera non posso uscire con voi, ditelo ad Anthony!" Esclama. Io cerco di ascoltarla senza distrarmi, ma gli stupidi pensieri di Emanuele continuano a tornarmi in mente. Oddio, e se il biglietto l'avesse davvero scritto lei? Cioè, ammettiamolo che sarebbe un casino. Marta è mia amica, sarebbe un disastro. Peggio del big bang. Va bene, ammetto anche che è una ragazza con cui vado d'accordo, e che probabilmente non ho mai visto una ragazza così bella. Ma ripeto, è mia amica. Sarebbe un casino. Oddio. All'improvviso mi rendo conto di essermi fatto influenzare dalle teorie dello Sherlock Holmes dei poveri, Ema. Cerco così di scacciare questi pensieri dalla mia testa, mentre Marta sta oramai finendo il suo lungo discorso sul fatto che stasera uscirà con dei suoi amici e per questo non potrà venire con noi fuori Roma con la macchina di Anthony. Io, vi giuro, cerco di prestare la massima attenzione alle sue parole, annuendo e sorridendo quanto basta, ma il tutto mi risulta difficile dal momento che, da dietro di lei, Emanuele mi fa segnali di ogni tipo. Vi giuro che se potessi gli farei un centinaio di foto in questo momento, è come uno di quei personaggi assurdi che fanno smorfie strane nei fumetti. "Tranquilla, Marta, divertiti!" Dico, cercando di risultare naturale e rilassato, mentre mi tolgo il maglione. Già, Emanuele, le sue smorfie e i suoi pensieri impossibili mi ha messo improvvisamente ansia e così, adesso, si muore di caldo qui dentro. Marta sorride. "Nooo, ma questa maglia?" Indica con il dito la mia maglia dei Beatles, stupita. A dir la verità non so come abbia fatto a non averla vista fino ad ora, la indosso praticamente tutti i giorni. "Che carino! Cioè, ti sta davvero bene, lo sai Ed?" Mi dice. Non l'avesse mai fatto. Oh. Poveri. Noi. Davvero. A queste parole Emanuele si lascia scappare un "Visto???" del tutto incontrollato e pieno di stupore. Come a sottolineare che da questa frase si può palesemente capire quanto Marta sia innamorata follemente di me. Con entrambe le mani mi copro la faccia. "Ma che c'ha Ema, oggi?" Marta, insospettita, si rivolge a me con questa domanda. Io faccio spallucce. Ehm, della serie: Ma non lo so Marta, ma sicuramente Ema non è impazzito davanti ad un bigliettino anonimo divertendosi a fare l'investigatore, no, è un ragazzo maturo Emanuele, non farebbe mai nulla di questo tipo. Fortunatamente, Marta, non fa altre domande. Probabilmente perchè in ritardo al suo appuntamento con gli amici, ci congeda velocemente: Sbuffo di nuovo, mi passo le mani tra i capelli rovinandomi il ciuffo, sbuffo nuovamente. Dopo l'imbarazzante incontro con Marta, e una ramanzina ad Emanuele per i suoi comportamenti sospetti, dopo una serata al bar con Anthony e Costa, torniamo finalmente a casa. Dedico un bel po' di tempo alla mia sigaretta notturna, gustandomela sul solito muretto di fronte al Residence. Poi, con calma, raggiungo la mia camera dove vorrei starmene da solo a poltrire e guardare video stupidi su youtube......
EMA'S POV:
Okay, Emanuele, okay. Respira, stai tranquillo, Edwyn è tuo amico e sicuramente ti perdonerà anche stavolta. Cerco di salire velocemente le scale, anticipando Marta che al mio contrario ha preso l'ascensore. Oddio, oddio. Sono stupido. E' ufficiale, sono stupido e soprattutto sono un pessimo amico. Se esistesse l'Oscar per il peggior amico di sempre, andrebbe sicuramente a me. Certo, almeno prenderei un Oscar, il che sarebbe figo, ma non è questo il punto. Cos'è successo? Ecco... E' successo che, mentre Edwyn stava fumando, il mio cervello, e do la colpa a lui perchè io non avrei mai fatto una cosa del genere, ha deciso saggiamente di andare da Marta a chiedere spiegazioni. E' andata proprio così. "Marta se sei innamorata di Edwyn è okay, ma sappi che questo foglietto non l'ha apprezzato molto!" Lo so, cavolo. Lo so che ho fatto tutto sbagliato e che dovevo starmene saggiamente zitto. Ma dovevo essere sincero perchè io..no, non ce la faccio proprio a non esserlo. Poi mi sarei sentito in imbarazzo e sarebbe stato peggio. No, forse no. Perchè ora Marta crede che Edwyn pensasse fosse suo il biglietto. Quindi.... Cavolo! A me e alla mia lingua! Ciò che è ancora peggio è che non solo Marta sapeva dell'esistenza di quel foglietto, ma sapeva addirittura chi era il tanto cercato mittente. Cavolo, devo subito dirlo ad Edwyn. Così corro più forte che posso, e quando giungo finalmente davanti alla camera 209 entro urlando tutto d'un fiato: "EDWYN SCUSAMI HO FATTO UNA CAVOLATA, MA AVEVI RAGIONE! NON E' STATA MARTA A SCRIVERE QUELLO STUPIDO BIGLIETTO, E' STATA..." Alla fine, prima di riuscire a finire la frase, riesco a mettere insieme i vari pezzetti e vedere chi c'è davanti a me. "Nicole." Sussuro, per quanto possa risultare inutile il completamento di questa frase, ora, dato che la ragazza mi sorride e imbarazzata, annuisce. "Già." Esclama. E mentre continua a camminare avanti e indietro lungo la stanza, il suo viso diventa rosso quasi quanto il colore acceso dei suoi capelli ricci.
| | | |
| |
|
