| ~Giuls08 |
| | CAPITOLO OTTO
STAGLI VICINO. È LA COSA PIÙ GIUSTA DA FARE
È sabato, giorno della diretta. Io e i miei compagni siamo tutti appostati dietro lo studio, aspettando il momento di entrare per la sigla. Dallo studio si sentono già le urla, gli applausi e i cori del pubblico venuto a vederci. E come ogni volta, provo un brivido lungo la schiena... Ancora non mi capacito di quanto sia stata fortunata ad essere ammessa in questa scuola. Amici è l’unico vero programma di lancio per noi ballerini. Come dice sempre Maria, pochi dei ragazzi delle precedenti edizioni non hanno poi trovato nessun lavoro nella danza. Alcuni hanno fatto una carriera davvero stratosferica. Ed è quello che desidero più di ogni altra cosa. «Cinque minuti e si parte!», annuncia uno della produzione, facendo cenno a noi tutti di cominciare a prepararci. Cerco Nicole con lo sguardo, ma la vedo impegnata negli esercizi di riscaldamento e preferisco non disturbarla. Oggi è il giorno della verità. Nicole supererà il suo esame e noi potremmo tutti tirare un sospiro di sollievo. Solo il pensiero che la mia compagna di stanza possa andarsene da Amici mi terrorizza. Ho troppo bisogno di lei qui dentro. Il mio sguardo sfreccia tra i volti dei miei compagni e si ferma automaticamente su quello di Edwyn. Sta parlando con Costanzo, la mano sulla spalla e lo sguardo serio. Anche Costanzo è in sfida e sicuramente Edwyn è preoccupato per lui. Mamma mia... Oggi sarà una puntata piena di ansie e batticuori... Mauro, il ragazzo della produzione, ci fa cenno che manca solo un minuto. Mi posiziono al mio posto, con in mente per il momento solo la sigla. Dura come un battito di cuore. Ormai è pienamente consolidata, nessuno più va a sbattere contro qualcun’altro. Luca ci fa andare al posto e annuncia la pubblicità. Io mi sistemo il microfono e poi mi volto verso Nicole. Anche lei incrocia il mio sguardo e azzarda un sorriso. Io le dico senza parlare di farsi forza e lei annuisce, con un sospiro profondo. Ce la farà. Ce la deve fare. Non posso perdere la mia compagna di stanza. Edwyn dietro di me sta parlando con Ruben di Costanzo. Poi però i suoi occhi si posano su di me, per poi saettare verso Nicole e tornare verso di me. «Oh, Marta, piantala! Già ho una paura fottuta per Costanzo e Nicole, poi ti ci metti pure tu!», sbotta nervosamente. Apro la bocca per ribattere, stizzita, ma l’ingresso di Maria in studio mi costringe a voltarmi. La puntata inizia con la sfida di Costanzo. Devo dire che sono agitata anche per lui...ma sono sicurissima che vincerà la sfida. Maria fa entrare lo sfidante, Dario, e la sfida comincia. Io sono troppo distratta dal vortice di pensieri che ho in testa per prestare attenzione a cosa sta succedendo in studio. Continuo a pensare a Nicole. E ad Edwyn. E alle parole che mi ha detto la mia amica. Ad Edwyn piaci tu. Ma che stupidata! Sono scoppiata a ridere, sotto lo sguardo allibito di Nicole. «Ahahahah questa si che è bella!». «Marta guarda che dico sul serio!», aveva protestato Nicole, concitatamente. «Nicole, Edwyn ed io siamo amici! Si è preoccupato per me come avrebbe fatto con tutti! È di Edwyn che stiamo parlando! Lui e la preoccupazione vanno a braccetto ogni giorno!». «Ti dico che gli piaci!», ha insistito Nicole «Forse inconsciamente. Forse non lo sa nemmeno lui! E anche tu! Forse la vostra è più che un’amicizia!» L’avevo interrotta subito, con decisione. «Ti sei fatta un’idea completamente sbagliata! Se non vuoi dirgli quello che provi per lui mi sta bene...ma non dare la colpa a me o al fatto che ad Edwyn piaccio io. Siamo amici. E basta». Ho chiuso il discorso infilandomi sotto le coperte. Ad Edwyn non piaccio io. Lui si preoccupa per tutto e tutti. Se fosse stata Nicole a svenire e non io avrebbe fatto lo stesso. Lui ed io siamo ottimi amici. Non voglio rischiare di fare il passo più lungo della gamba e rovinare la nostra amicizia. Quelle di Nicole sono solo scuse, perchè non ha il coraggio di confessare i suoi sentimenti per Edwyn. Lei può fare quello che vuole, alla fine, non sono certo affari miei. Con quel pensiero in testa, ero andata avanti per tutto il resto della settimana. Niente fantasticare su Edwyn e su qualcosa che non esiste. Nessun pensiero se non la danza. Eppure continuo a tornare sull’argomento. Lo sto facendo anche adesso, seduta al mio banchetto in prima fila, mentre in studio succede di tutto. Scuoto la testa e cerco di concentrarmi su quello che mi accade intorno. Costanzo ha finito la sfida e ora il giudice esterno è pronto per dare il verdetto. Mi unisco alle preghiere dei miei compagni e esulto con loro quando sul led appare il nome di Costanzo. E uno è andato. Sento il respiro di sollievo e le urla entusiaste di Ruben ed Edwyn. Quest’ultimo si alza e corre ad abbracciare il suo amico. Maria ci richiama all’ordine per poter continuare la puntata. Ora tocca a Lorella ballare. Durante la sua esibizione mi concentro sulla musica e sui passi che Lorella esegue molto bene. Poi è il turno della corale di canto di Emanuele, Irene e Greta. C’è persino un momento di svago, durante il quale Maria scherza con quest’ultima sulla sua presunta cotta per Leonardo... Poi arriva l’esame di Nicole. Credo di aver trattenuto il fiato per tutta la sua durata. Ora la mia amica è ferma davanti alla commissione esterna. Maria le chiede se vuole dire qualcosa e lei sorride. «Volevo solo dire che se dovessi andare via da qui mi dispiacerebbe un sacco certo, perchè Amici è una parola sola, ma racchiude un’infinità di cose: loro» Nicole indica noi, con le lacrime agli occhi. Sento che sto per mettermi a piangere anche io. Ho davvero troppa paura. «...le risate, le fatiche, i pianti...tutto!». Il pubblico applaude e appoggia le sue parole. Poi Maria da la parola alla commissione. «Per me Nicole è look, grinta...è un buon inizio, ma per me non è un talento nell’hip hop», è il verdetto del primo giudice. Ecco. Ora mi verrebbe voglia di alzarmi e ribellarmi con tutta me stessa contro quest’assurdità. Comincio a tremare per il nervosismo e il terrore. Non possono mandarla via. Non devono mandarla via... «Anche secondo me no!» esclama Ylenia, il secondo giurato. Mi si blocca il sangue nelle vene. Così come alla maggior parte dei miei compagni credo, perchè iniziano le lamentele e i gemiti. Il cervello va in tilt e non capisco più nulla. Sento parlare il terzo giurato, ma non capisco cosa dice. Finchè la voce di Maria, lenta ma diretta, annuncia che Nicole è stata eliminata. «No!» esclamo ad alta voce, ma tanto nessuno mi sente perchè ho il microfono chiuso. Nicolò si volta verso di me e cerca di consolarmi come può. Non riesco a trattenere le lacrime. Non è possibile! Come hanno potuto eliminare un talento della danza come Nicole? Non è vero. Non può essere vero. Nicole non può andarsene. Il pubblico applaude Nicole, che lì in mezzo al palco con la tristezza negli occhi sembra ancora più piccola di quello che è. Mentre Maria parla, mi volto verso Edwyn e lui mi guarda con lo sguardo più triste del mondo. Se ne sta andando via una persona importantissima per entrambi. Ancora non ci posso credere. Non ci voglio credere. Maria chiede se qualcuno di noi vuole dire qualcosa. Io non alzo nemmeno la mano, tanto non riuscirei a spiaccicare parola, ma solo gemiti. Edwyn invece sì. Maria fa parlare prima Leonardo e poi lui. «Io sono un cantante e non un ballerino...ho avuto modo di legare molto con Nicole e penso che...un’energia come la sua non si vede mai! C’è...io...a me trasmette tanto quando balla...e mi dispiace tantissimo perchè per me lei qua dentro era molto importante...basta». Nicole sorride alle parole di Edwyn, ma non è un sorriso vero. È pieno di tristezza e delusione. Maria chiede a Nicole di lasciare lo studio e lei lo fa salutando e ringraziando. «Posso andare con lei? Mi fate andare da lei?», chiedo ad un tipo della produzione che sta sostituendo le batterie di Nicolò. «No, Marta, perchè fra poco devi ballare!», risponde Valeria, troncando immediatamente il mio piagnucolio. Devo ballare? Fantastico. Con la testa che mi ritrovo in questo momento sbaglierò tutto.... No. Non posso proprio permettermelo. Lorella si volta verso di me e cerca di consolarmi. Dice che il momento è brutto, ma io devo ricordarmi che sono in questa trasmissione per ballare e devo farmi forza. Ha ragione. Devo essere capace di staccare il lavoro dalla sfera emotiva. Ora devo pensare solo a concentrarmi sul mio passo a due e nient’altro. Mi asciugo velocemente gli occhi, che però non hanno proprio intenzione di smettere di lacrimare, e comincio a fare gli esercizi di riscaldamento. Dopo che Angela finisce di cantare è il mio turno. Maria chiama il mio nome, quasi come a dire “scusami, ma ho una trasmissione da mandare avanti”. Il passo a due che devo ballare è con Stefano. Mi do un ultima sistemata agli occhi e ai capelli e faccio un respiro profondo. Quando la musica inizia, cerco di concentrarmi soltanto sui passi. Sento ancora le lacrime sulle guance ma non gli do importanza. Ora il mio dovere è ballare al meglio delle mie capacità. Anche per Nicole... Quando la musica finisce torno al posto e Maria chiama la pubblicità. I miei compagni cercano di consolarmi in tutti i modi. Persino Lorella, che non posso dire sia proprio una mia grande amica, si china verso di me per sistemarmi il trucco. Dovrò sicuramente somigliare ad un panda in questo momento. «Marta?». Valeria, la ragazza della produzione mi fa segno di alzarmi. «Puoi andare da Nicole, adesso!». Non me lo faccio ripetere due volte. Mi alzo dal banco e afferro la felpa. «Posso andare anche io?», chiede subito Edwyn a Valeria, ma lei fa cenno di no con la testa. «Non possiamo mandarvi tutti, Edwyn. La potrete salutare dopo al residence!», gli spiega Valeria, mentre mi poggia una mano sulla spalla e comincia a spingermi verso l’uscita dello studio. Nicole è in sala relax, seduta sul divanetto con i suoi vestiti addosso e la borsa con le sue cose già pronta. «Oh Niki!», esclamo appena la vedo e subito scoppio a piangere. Corro ad abbracciarla e vedo che anche lei ha gli occhi lucidi. Ma non piange. Questa ragazza ha una forza incredibile che io non avrò mai in tutta la mia vita... «Va bene così, Marta! Me lo sentivo che sarebbe successo! La vita continua...vi guarderò da casa!». Sto piangendo come una scema e Nicole mi sta consolando. Buffo, Dovrebbe essere l’opposto. Dovrei essere io a fare forza a lei e non viceversa... Ma non ci riesco proprio. «Io come faccio qui dentro senza di te?». «Devi tirare fuori le palle, Marta! Tu devi arrivare fino alla fine, hai capito? E guai a te se ti lasci influenzare dalla mia eliminazione! Devi continuare a lavorare sodo come hai sempre fatto, ok?». Annuisco, inghiottendo qualche lacrima. Nicole mi asciuga le lacrime e sorride. Poi mi abbraccia. «Ora sei tu la ballerina più brava della scuola! Ti ho lasciato libero il campo apposta per questo!» esclama Nicole, ridendo. Rido anche io, da sopra la sua spalla. «Nicole, dobbiamo andare, mi dispiace!». Valeria è tornata e sta guardando Nicole con aria dispiaciuta. Nicole annuisce e fa un grosso sospiro. Io ovviamente ricomincio a piangere. «Basta Marta! Su, non voglio più vederti piangere! Devi arrivare fino in fondo anche per me, ok?». Annuisco, incapace di parlare. Nicole mi abbraccia di nuovo e sta volta si lascia andare anche lei alle lacrime. «Ti voglio proprio bene! Sono contenta di averti conosciuta!». «Anche io, Nicole!». Nicole si stacca da me e mi sorride tra le lacrime. Poi si alza in piedi «Ok, prontuuuu!», aggiunge, ridacchiando. Si mette la borsa in spalla e si guarda intorno per un’ ultima volta. Io ormai non riesco più a chiudere il rubinetto delle lacrime. «Ah, un’ultima cosa Marta!», esclama improvvisamente Nicole, sulla soglia della porta «Stai vicina ad Edwyn, ok? Fidati di me...è la cosa giusta da fare per capire come stanno le cose». Annuisco per la terza volta, senza però aver ben capito il significato delle sue parole. Nicole mi sorride per l’ultima volta e poi segue Valeria fuori dalla sala relax. * La mia compagna di stanza è andata via da solo un’ora e già mi manca da morire. Sono seduta sul mio letto, a gambe incrociate, ancora sotto shock. La camera è quasi vuota, senza più il casino di Nicole. Guardo il suo armadio vuoto e ricomincio a piangere. Credo di non aver mai smesso da oggi pomeriggio. Nicole ha salutato i nostri compagni due ore fa, dopo cena. Tutti erano dispiaciuti per lei, sopratutto Verdiana, Federica ed Edwyn. Lui e Nicole si sono chiusi in stanza per un quarto d’ora buono, per salutarsi come si deve. Io sono rimasta abbracciata ad Andrea Attila per tutto il tempo dei saluti. Poi Nicole se n’è andata e tutti sono tornati nelle loro stanze. E ora io sono qui da sola, incapace di fare altro se non piangere. Andrea, Pasquale, Antonio, Lorella, Etienne e Martina sono stati qui in stanza con me per un bel po’ a farmi compagnia. Hanno cercato di tirarmi su il morale, di farmi ridere e di non farmi pensare alla mia amica. Ma una volta andati via loro, mi ritrovo solo in questa camera che sembrava così piccola per Nicole e me e che ora mi sembra immensa. Mi sono fatta una doccia lunghissima, ho anche asciugato bene i capelli e passato la piastra per cercare di distrarmi e non pensare all’ingiusta eliminazione della migliore amica che avevo qui dentro. Anzi...forse l’unica amica, visto che quelli con cui vado più d’accordo sono tutti maschi... Ma adesso è ora di dormire e il sonno fa fatica ad arrivare. La realtà è che non mi piace dormire da sola. A casa mia, nel mio letto e nella mia stanzetta è tutta un’altra cosa... Lì è il mio mondo, il mio porto sicuro... Lì c’è mia mamma che dorme nella stanza accanto. E nella casa di Roma, invece, c’è mio fratello. Qui, in questa camera enorme per una sola persona, mi sento completamente sola. E mi vengono in mente i brutti pensieri....gli incubi di una volta, che non se ne sono mai andati veramente, tornano ancora più terrificanti. Ho bisogno di qualcuno che mi dica che va tutto bene... Ho bisogno di Nicole, ma lei non c’è... E allora afferro il cellulare, ma non è alla mia amica che scrivo. Nell’istante in cui ho inviato il messaggio, bussano alla porta. «Avanti!», esclamo, sorpresa di questa visita notturna. Forse è uno dei miei compagni che ha dimenticato qualcosa qui... E invece è Edwyn. Sono così allibita che rimango a fissarlo come se fosse un fantasma. Lui ha in mano il cellulare e sta leggendo qualcosa. Poi alza lo sguardo su di me. «Telepatia!», esclama, abbozzando un sorriso. È incredibile. È come se ci fossimo letti nel pensiero. Nel momento in cui io ho bisogno di lui, lui ha bisogno di me. Questa cosa mi elettrizza e mi spaventa allo stesso tempo. «Volevo vedere se stavi bene...qui, da sola senza Nicole...non deve essere facile...io se fossi al posto tuo, senza Emanuele nel letto affianco, impazzirei...quindi...ehm...volevo sapere se va tutto bene, e a quanto pare ho fatto bene!» Edwyn è curiosamente imbarazzato. Io sono ancora ammutolita. Non capisco perchè Edwyn mi fa quest’effetto... A volte lo odio a morte, lo ammetto. E a volte mi affascina in un modo pazzesco... E pensare che all’inizio non eravamo particolarmente affini. Ora invece, non riesco a fare a meno di questo ragazzo strano e introspettivo... Che Nicole alla fine abbia ragione? C’è più di una semplice amicizia tra me ed Edwyn? Edwyn viene a sdraiarsi nel letto accanto a me e si infila sotto le coperte. Io non ho ancora spiccicato parola. «Marta, prontuuu? Tutto ok?». Il viso di Edwyn è a pochi centimetri dal mio. «Cosa? Ehm...si, si, tutto bene! È che non volevo dormire da sola...», ammetto alla fine, staccando gli occhi da lui perchè altrimenti non riesco a mettere in ordine i miei pensieri. «Infatti sono venuto qui per questo....aspetto che ti addormenti e poi torno in camera mia!». Edwyn sorride e comincia ad accarezzarmi i capelli. Tutta la tensione e l’ansia della giornata sembra sciogliersi all’improvviso sotto il suo tocco. «Edwyn?», chiedo, timidamente, dopo cinque minuti di silenzio assoluto. Forse Edwyn si è pure addormentato... «Mmm?». No, è sveglio. O quasi... «Che ti ha detto Nicole prima di andarsene?». Ho voglia di parlare della mia amica. E questo solo con Edwyn posso farlo. «In realtà una cosa piuttosto strana...», ammette lui, fissando il soffitto «beh, oltre a dirmi che devo vincere per dare un po’ di soldi a lei». Scoppia a ridere e io con lui. Tipico di Nicole «mi ha detto di starti vicino perchè lei non potrà più consolare le tue paturnie. Io le ho detto che non ci penso nemmeno...non ho intenzione di farti da baby sitter!», aggiunge, ridacchiando. Gli rifilo una gomitata nel fianco. «Io non ho bisogno di nessun baby sitter!», rispondo, stizzita. Accidenti a lui e a Nicole...ma per chi mi hanno preso, per la loro figlia? «Tu non hai mai bisogno di nessuno!», borbotta Edwyn, e dal tono di voce capisco che sta alzando gli occhi al cielo. Poi scoppia a ridere «Basta pensare a quanto sei stata dolce e carina la prima volta che ti ho rivolto la parola». Volto la testa verso di lui, per guardarlo confusa. «E cosa avrei fatto di preciso, sentiamo?». «Io sono venuto lì da te per chiederti se volevi una mano con le valigie e tu mi hai urlato addosso dicendomi di lasciarti stare che ce la facevi benissimo da sola!», risponde lui, continuando a ridere. «Non è andata così!», borbotto, ricordandomi all’improvviso «Tu non volevi portarmi le valigie, volevi fare il piacione con quel ciuffo ingellato che ti ritrovi!». «Ma cosa stai dicendo? Io il piacione? Ma se sono un timidone!». «Ma per favore! Che già dal primo giorno hai provolato con quella ragazza della Scimmia, ora non mi ricordo come si chiama...». «Tu sei fusa! Adesso non posso avere amiche femmine che vengo scambiato per maniaco sessuale?». «E io non posso reagire ad un assatanato di ragazze che vengo scambiata per una zitella acida?». «Ma io non ho mai detto che sei una zitella acida!». «Allora sono una pazza isterica che passerà il resto della sua vita ad abbaiare contro le persone e a vivere in un appartamento pieno di pizzi e fronzoli con diciotto gatti!». «Stai facendo tutto tu! Però quanto a descrizione non posso dire che non ci hai azzeccato in pieno!». «Sai che ti dico, Edwyn Roberts, che adesso mi giro dall’altra parte e dormo perchè mi sono seccata di ascoltarti!». «Ma sei hai iniziato tu a parlare! Io mi stavo addormentando!». «Devi sempre avere l’ultima parola?» «Sempre!». Tacciamo entrambi. Uffa. Sono scocciata. Non so perchè sono scocciata ma sta di fatto che lo sono. «Marta?», esclama Edwyn, dopo un po’. «Che vuoi?», borbotto, girata dall’altra parte. «Perchè ogni volta che parliamo finiamo sempre a litigare?». «Perchè sei capace di irritarmi a morte!», sentenzio, con decisione. Edwyn si zittisce. Aspetto qualche minuto che parli ancora, ma lui non lo fa. Volto la testa e sbircio nella sua direzione. Edwyn sta fissando il soffitto, con la fronte aggrottata, come se stesse pensando a qualcosa di complicato. Sospiro. «Ok...forse anche io non sono particolarmente uno zuccherino!», dico, anche se sono alquanto restia ad ammetterlo «Vorrei essere come Nicole. Lei è in grado di dire tutto quello che pensa senza passare per saputella acida. È solo che non mi piace che gli altri pensino che io sia debole...ci sono già io che lo penso. Vorrei essere più forte!». Edwyn si volta a guardarmi e lo fa come se quello che sto dicendo sia un assurdità. «Io credo di non aver mai conosciuto una ragazza meno debole te, Marta. Non si è forti solo se si riesce a dire le cose che si pensano. C’è tutto un altro modo per dimostrare di essere forti. E lo fai alla grande, tu, fidati!». Le parole di Edwyn mi colpiscono alquanto. Allora lui non pensa che sono una causa persa? Forse la mia timidezza e riservatezza viene vista come segno di sicurezza e di poca modestia... Forse è per questo che il primo impatto che do alle persone è quello di essere un po’snob? Improvvisamente mi ritornano in mente le parole di Nicole. «Edwyn?», chiamo, a bassa voce e lui grugnisce, segno che mi sta ascoltando. «Quando Nicole ha detto di starmi vicina, ti ha anche invitato a fidarti di lei?». «Si!», risponde lui, guardandomi «Mi ha detto – fidati di me, è la cosa giusta da fare per capire come stanno le cose -. In realtà non ho mica capito cosa volesse dire. Starti vicino e badare a te è diventato un lavoro a tempo pieno ormai. E l’ho già capito da un pezzo!». Il mio corpo reagisce istintivamente dandogli un pizzicotto, ma la mia testa è concentrata altrove... Che Nicole abbia capito quello che ancora né io né Edwyn abbiamo afferrato? No... No, rovinerebbe tutto. E poi non credo che Edwyn mi piaccia gran ché. È un bel ragazzo, certo... Quando canta o suona al pianoforte mi fa venire i brividi, d’accordo... Sa essere gentile e premuroso a volte, quando vuole, ok. Ma è anche troppo complicato da gestire. E sa farmi innervosire più di chiunque altro. E poi fa il piacione con tutte. Le fa innamorare e poi le butta via. Prendi Nicole. Gli sarà bastato essergli solo amica, ma lei comunque è ancora innamorata di lui! No. Io non mi innamorerò di Edwyn Roberts. Proprio no. CAPITOLO NOVE
A VOLTE NON LO REGGO PROPRIO!
La mattina dopo, quando un raggio di sole e il cinguettio degli uccelli mi costringono ad aprire gli occhi, mi ritrovo tutta schiacciata nell’angolino, con la testa praticamente a penzoloni e la coperta tutta addosso. Mi guardo intorno confusa, per capire per quale motivo sono così scomoda, e sbatto il gomito contro qualcosa di morbido, forse il cuscino. Ma i cuscini di solito non grugniscono, o sbaglio? Quando riesco a districare la coperta dalle mie gambe mi accorgo di Edwyn, straiato accanto a me nel letto che dorme come un ghiro. Alla fine ci siamo addormentati tutti e due come bambini! Però non capisco perchè Edwyn sia rimasto tutta la notte qui, invece di tornarsene in camera sua. Guardo il suo volto, che in questo momento è rilassato e in pace con il mondo. «Edwyn!», esclamo, con voce roca «Edwyn, sveglia!», ripeto aumentando il tono di voce. Edwyn grugnisce di nuovo e si gira dall’altra parte. «Edwyn svegliati, ti sei addormentato in camera mia!». Improvvisamente mi assale la consapevolezza di queste parole. Edwyn ha dormito qui con me. Non è tornato in camera sua. Era ancora abbastanza presto perchè qualcuno l’abbia visto entrare nella mia stanza e non uscirne più. Oddio. «Edwyn!», urlo, in preda al panico dandogli uno spintone così forte da farlo cadere dal letto. «Chessucced?», esclama lui, svegliandosi di colpo e guardandosi intorno in preda al panico. «Hai dormito qui! Ci siamo addormentati come polli ieri sera e tu sei rimasto qui! Edwyn hai dormito qui! Nel mio letto, capisci?». Sono nel panico più totale. «Porca misera, Marta, piantala di urlare! Che cosa stai dicendo?». L’espressione confusa di Edwyn si trasforma piano piano in nervosismo. In effetti, non l’ho svegliato molto bene...sarà nervoso e irascibile per tutto il resto della giornata, questo è sicuro. Oh, ma chi se ne frega, abbiamo problemi più urgenti da risolvere. «Perchè non sei tornato in camera tua?». «Perchè mi sono addormentato, no? Che ore sono? Che giorno è?». Edwyn si guarda intorno alla ricerca del cellulare «Accidenti a te Marta! Sono solo le sei e mezza!». «Tu non sei preoccupato del fatto che tutti quanti sapranno che hai dormito qui, stanotte?», chiedo, esterrefatta. «Dovrei?», borbotta Edwyn, rialzandosi da terra e tornando a sdraiarsi sul letto «Non è mica la prima volta che dormo qui da voi!». «Si, ma di solito ci sono altre diciotto persone insieme a noi!», ribatto. «Marta, a nessuno frega che ho dormito qui! Datti una calmata, ok? Svegliami tra un paio d’ore!». E senza aggiungere altro, Edwyn appoggia la testa sul cuscino e si addormenta immediatamente. Io non capisco. Io questo ragazzo non lo capisco e non lo capirò mai. Così non mi resta altro che rimettermi a letto e sperare di riaddormentarmi. Rimango a guardare Edwyn, ascoltando i battiti del suo cuore e il suo respiro leggero. In effetti, perchè qualcuno dovrebbe pensare male? Edwyn ed io non abbiamo niente da nascondere. Abbiamo solo dormito insieme, come buoni amici. Solo dormito insieme, nello stesso letto. Questo pensiero, non so perchè, ma mi fa arrossire. Oh, andiamo Marta. Cosa sono questi pensieri sconci di prima mattina? Piantala di farti mille problemi e cerca di dormire o avrai delle occhiaie che arriveranno alle ginocchia. Mi sdraio accanto ad Edwyn, nel poco spazio di letto che mi ha lasciato e per addormentarmi conto il ritmo del suo cuore. Lui borbotta qualcosa nel sonno e cambia posizione. Me lo ritrovo praticamente addosso, bloccata dal suo braccio e in apnea totale. Cerco di spostarlo senza svegliarlo ma non ci riesco. Così non mi resta che accoccolarmi a lui, a meno che non voglia cadere dal letto. Cerco di tenere a mente questo buon motivo, ma mi viene difficile... La verità è che sto benissimo, qui accanto lui. Mi sento protetta. Al sicuro... Mi risveglio tre ore dopo, tutta contorta e sudata fradicia, perchè oltre le coperte ho sia il braccio che la gamba di Edwyn sopra di me. Lo scanso senza troppi giri di parole e vado in bagno per farmi la doccia. Quando ho finito, stretta nell’accappatoio e con i capelli bagnati, torno in stanza per svegliare Edwyn e costringerlo a tornare in camera sua. Lui però è già sveglio, ancora sdraiato sul letto e sta guardando la televisione. «Non ti avevo mica chiesto di svegliarmi?», è la prima cosa che mi chiede, senza nemmeno guardarmi. Il suo tono di voce, scocciato e risentito, mi infastidisce. «Non sono mica la tua sveglia personale! E poi sei tu che hai voluto dormire qui!». Ma guarda che faccia tosta. A volte non lo reggo proprio. «Non è che ho voluto! Mi sono addormentato, è diverso! Non è che sia stato particolarmente comodo stanotte...eri tutto il tempo addosso a me e poi non sei stata zitta un attimo, continuavi a parlare nel sonno e a russare!». «Io non russo!», protesto, stizzita, lanciandogli il cuscino in faccia «Ne tanto meno parlo nel sonno!Se eri tanto scomodo perchè non sei tornato in camera tua a dormire?». «Ma sei proprio una rompipalle eh? Io mi preoccupo per te, che stai sola e tutto il resto e tu mi ringrazi così?». Edwyn allarga le braccia, deciso più che mai a rimanere di pessimo umore. «Oh, accidenti, hai ragione! Aspetta che adesso vado a farti un monumento!», esclamo, ironicamente. «La prossima volta che mi chiami col cavolo che vengo a consolarti!», dice lui, spegnendo la televisione e alzandosi dal letto. «Ma nessuno ti ha chiesto niente in realtà! Sei venuto qui di tua spontanea volontà!». «Guarda, Marta, nemmeno ti rispondo! Sei proprio una bambina!». Edwyn va alla porta ed esce dalla stanza sbattendola. Poi la bambina sono io. Mi siedo sul letto, a fissare il punto in cui è sparito. Uffa. Ma perchè finiamo sempre per litigare per cose stupide? Però cavoli, a volte è il ragazzo più dolce del mondo, altre il più rompipalle. C’era bisogno di usare quel tono di voce solo perchè non l’ho svegliato? Che palle. Sospiro e mi alzo dal letto, per dare una sistemata alla camera e per finire di vestirmi. Quando sono pronta è quasi ora di pranzo. Esco in corridoio e vado a bussare alla stanza di Etienne. Ieri siamo rimasti che avremmo pranzato insieme al centro commerciale, insieme ad Antonio. I miei compagni di avventura sono già pronti. Mentre percorriamo il corridoio, con Etienne e Antonio che già battibeccano su dove andare a mangiare, incrociamo Edwyn ed Emanuele che stanno uscendo dalla loro stanza. «Ohi, dove state andando?», chiede Nicolò, dando una pacca alla schiena di Edwyn. «Andiamo a comprare una nuova chitarra per Ema!», risponde lui, alzando gli occhi al cielo. Poi posa lo sguardo su di me e fa una smorfia «Oh, oggi Marta ha le palle girate, vi conviene starle alla larga!». Ma guarda che stronzo che è! Non mi prendo nemmeno la briga di rispondere e gli passo affianco senza guardarlo. «Che le hai fatto?», chiede Etienne ad Edwyn, a bassa voce. «Niente, so solo che ha le palle girate!». Mamma mia quanto non lo sopporto. Respira, Marta, respira e conta fino a dieci. Tirargli dietro la borsa non servirà a niente, Marta, ne risentiranno solo le tue cose. «Va beh visto che stiamo andando tutti al centro commerciale possiamo prendere una sola macchina!», propone Emanuele. «Non quella di Antonio!», esclama subito Edwyn, ricevendo una botta da quest’ultimo. Oh, bravo Anto. È quello che si merita. «Prendiamo la mia!», dice Emanuele e comincia a scendere le scale. Fantastico. Mi dovrò sorbire per tutto il giorno Edwyn e le sue frecciatine. Ci manca solo che si metta a raccontare che ha dormito da me stanotte e siamo a posto. Conoscendolo ne è perfettamente capace. E così mi ritrovo per l’ennesima volta strizzata nell’angolo della macchina accanto ad Edwyn, che sembra però intenzionato a far finta che non esisto. Grazie al cielo, arrivati al centro commerciale, Emanuele afferra Edwyn per il braccio e lo trascina nel reparto musica della Mediaworld. Ci diamo appuntamento al self – service per l’una e mezza, così che Antonio, Etienne ed io abbiamo la possibilità di farci un giro per negozi in santa pace. La domenica sembra essere il ritrovo ideale per un sacco di ragazzine, che non appena ci riconoscono scoppiano in urla isteriche e insistono per fare le foto con noi. A me piace rendermi disponibile per tutte queste persone, ma chissà come mai la maggior parte del pubblico femminile smania per avere una foto con Antonio ed Etienne. E devo dire che loro rispondo con molto entusiasmo a tutte queste richiesta. «Ci siete solo voi?», mi chiede una ragazzina che non potrà avere più di tredici anni, dopo aver fatto il servizio fotografico ai miei amici e chiesto di autografarle la maglietta. «No, ci sono anche Emanuele ed Edwyn da qualche parte!», rispondo, ma non faccio nemmeno in tempo a finire la frase che la ragazzina comincia ad urlare rivolta alle sue amiche. «Ci sono Edwyn ed Emanuele! Andiamo!». E cominciano a correre in massa peggio che ad una svendita di vestiti firmati. «Scusami, tu sei Marta?». Mi giro e mi trovo davanti un signore con i capelli bianchi e la barba lunga quasi come quella di Silente di Harry Potter. «Si!», rispondo, occhieggiando i suoi abiti in cerca (lo ammetto) della bacchetta magica. «Ciao, scusami mi dispiace disturbare, ma vedi quella ragazzina lì?», il signore sorride e mi indica una ragazzina minuta con i capelli bionda, che si sta nascondendo dietro una grossa signora dall’aria gentile, tutta rossa in viso «è mia nipote, si chiama Arianna ed è una tua grande fan. Solo che si vergogna di chiederti di fare la foto con lei e ha mandato me in avanscoperta!». Io sorrido e mi avvicino alla ragazzina, che sembra incollata a quella che deve essere la nonna. «Ciao, Arianna!», esclamo tendendole la mano «Io sono Marta! Piacere di conscerti!». Arianna mi fissa come se fossi un fantasma poi, inaspettatamente, mi salta al collo e mi abbraccia. Io ricambio l’abbraccio, ridendo. «Oh Arianna, sei una cosa micidiale. È un quarto d’ora che cerco di convincerla a venire da te, e adesso guarda che esagerata!», aggiunge la signora, rivolta a me. «Non si preoccupi! Fa solo tanto piacere!», la rassicuro, da sopra la spalla di sua nipote. Arianna si stacca da me e mi sorride. «Io faccio il tifo per te! Devi vincere tu Amici, perchè sei fantastica quando balli!», mi confida, tutto d’un fiato. «Non perde una puntata di quel benedetto programma!», interviene il nonno con la barba bianca, dando una carezza sulla testa della ragazzina «E costringe pure me a guardarlo!». «E poi balla per casa ogni secondo! Abbiamo dovuto spostare tutti i soprammobili perchè è un continuo romperli!». «Anche a te piace ballare, allora?», chiedo ad Arianna, sedendomi su una panchina insieme a lei. «Oh, si. Un sacco!», risponde lei «Sto studiando danza anche io, ma non credo di essere molto brava!». «E questo chi lo dice?». «Beh, in realtà nessuno! La nonna dice che sono bravissima e il nonno pure. Ma loro sono di parte! Vorrei tanto essere brava come te! Tu ti muovi benissimo, sai fare la spaccata e quando salti arrivi quasi fino al cielo!». Sorrido di nuovo a questa ragazzina in estasi. È bello sapere di avere delle fan come Arianna. È uno dei tanti motivi che renda la danza ancora più bella. «Grazie, Arianna, sei dolcissima!». «Meno male che ti abbiamo conosciuto, cara Marta, perchè Arianna non fa che parlare di te, di quanto sei brava e tutto il resto, Ci fa una testa tanta ogni volta che c’è una puntata di Amici. Per non parlare di quel cantante...Ari come si chiama quel ragazzo che ti piace tanto? Mamma mia non mi ricordo mai il nome...», la nonna di Arianna è un fiume in piena. Arianna diventa ancora più rossa di quanto non lo sia già e borbotta qualcosa a sua nonna. «Si...Edgar...Edward, una roba del genere!». «Edwyn?», chiedo io, ridacchiando. «Ecco si! Edwyn! La nostra Ari ha una bella cotta per lui!», esclama il nonno, scoppiando a ridere. Arianna è talmente rossa che quasi ne sento il calore. «Non ho una cotta per lui, mi piace solo come canta!», mormora Arianna, guardandomi quasi volesse scusarsi per la troppa esuberanza dei nonni. «Ma se hai attaccato la sua foto in camera?», continua a prenderla in giro il nonno, palesemente divertito. Improvvisamente mi viene un’idea. «Arianna, perchè non vieni con me due minuti che te lo faccio conoscere!». Arianna spalanca la bocca dalla sorpresa. «Anche Edwyn è qui?», boccheggia, sbiancando di colpo. «Si, e anche altri miei compagni! Se non è un problema per i tuoi nonni, ti porto come a conoscerli!», propongo, guardando i due anziani signori. «Oh nonno tipregotipregotiprego posso andare con Marta? Posso?». Arianna comincia a saltellare da una parte all’altra, quasi arrampicandosi sul braccio del nonno, che si scambia uno sguardo con la moglie. «Oh, beh, tanto noi dobbiamo ancora fare la spesa...se non andate troppo lontano, si può fare, che dici Alberto?», risponde la nonna. Lui mi guarda titubante. Probabilmente non si fida a lasciare la sua nipotina con una perfetta sconosciuta...con quello che si sente in giro di sti tempi mi sento in dovere di rassicurarlo. «Guardate, loro sono proprio lì!», esclamo, indicando la zona ristorante del centro commerciale «Venite pure anche voi, tanto sarà questione di dieci minuti!». «E va bene!», acconsente il nonno, sotto le grida di giubilo di Arianna «Andiamo a conoscere questo famoso Edmund!». «Edwyn, nonno!», lo corregge subito Arianna, afferrandomi la mano «Non farmi fare brutte figure!». Ridendo, comincio a guidare Arianna e i suoi nonni verso il punto in cui ho scorto Edwyn e gli altri. Stanno ancora facendo delle foto, per cui non mi sento minimamente in colpa ad afferrare Edwyn per la manica ignorando le sue proteste e a portarlo in un angolo più appartato dove mi aspetta Arianna. «Edwyn, lei è una mia cara amica. Si chiama Arianna ed è davvero simpatica e carina! Oltre ad essere una tua fan!». La smorfia imbronciata di Edwyn lascia subito spazio ad un grande sorriso. «Ciao Arianna!», esclama, tendendole la mano «Come va?». Arianna è ammutolita. Lo fissa per qualche minuto, prima diventando cremisi e poi bianca come un cadavere. E alla fine comincia a piangere. «Oh Arianna, ma sei incredibile!», la prende in giro la nonna, mentre Edwyn l’abbraccia e la prende in braccio. È talmente piccola e leggera che sembra starci perfettamente tra le sue braccia. Arianna gli mette le braccia al collo e nasconde il viso nella sua spalla. «Non sapevo di fare questo effetto alle ragazze!», esclama Edwyn ridendo, rivolto ai nonni di Arianna, che scuotono la testa un po’ esasperati e un po’ divertiti dal comportamento della nipote. «Dai, Ari, staccati da questo povero ragazzo che ti facciamo la foto con loro, su?». Passiamo dieci minuti buoni a farci foto insieme ad Arianna, facendo pose assurde e smorfie di ogni tipo. La ragazzina ride fino alle lacrime, tutta la timidezza scomparsa. Le brillano gli occhi dalla felicità e non riesce a stare ferma un secondo. Io ne approfitto di un attimo di pausa in cui Arianna è occupata a farsi firmare la scarpa da Edwyn per riprendere fiato. «Sai, è raro vederla cosi felice!», mi confida la nonna, che ho scoperto si chiama Enrica «Arianna ha perso entrambi i genitori in un incidente d’auto, un anno fa!», aggiunge, con voce mozzata. Mi si ferma il cuore. «Oddio, mi dispiace tanto!», sussurro. Enrica annuisce, asciugandosi una lacrima che le è sfuggita dall’occhi «è stato davvero un anno bruttissimo, questo qui! Sai, mio figlio e sua moglie gestivano una scuola di ballo. Da quando sono morti, Arianna vede la danza come l’unico modo per sentirli più vicini...povera piccina mia...». Le parole di Enrica mi spezzano il cuore. Guardo Arianna, che ride e scherza con Edwyn e mi sento immediatamente più vicina a lei, come se la conoscessi da sempre. «E allora non deve mai smettere di ballare! Mi creda, Enrica, capisco benissimo cosa vuol dire perdere una persona cara...perchè anche per me è cosi. Ballo per sentirmi vicina a questa persona...è il modo più diretto per arrivare a lei!». Enrica mi guarda e annuisce «Si, Arianna mi ha raccontato che anche tu hai perso il papà da piccolina. È anche per questo che ti adora. Rivede in te quello che vorrebbe diventare lei! È stato davvero un giorno fortunato, questo, per Arianna...averti incontrata e conosciuta di persona...grazie davvero Marta!». Enrica mi stringe in un abbraccio e io devo davvero mettermi di impegno per non scoppiare a piangere sulla sua spalla. Rimaniamo con questa bella famigliola per quasi un ora. Poi, rendendoci conto che non abbiamo avuto più notizie di Antonio, Etienne ed Emanuele, procediamo con i saluti. «Dovete prometterci che verrete a cena da noi, una sera di queste!», ci dice Enrica, abbracciandomi e dandomi un buffetto sulle guance. «Oh, andiamo Enrica! Questi ragazzi hanno di meglio da fare la sera che stare con dei vecchi come noi!», esclama Aberto, esasperato, mentre sta stringendo la mano di Edwyn. Lui mi guarda, come a chiedere conferma e sorride «Per noi sarebbe un piacere! Così potrò vedere la mia famosa foto in camera di Arianna!», aggiunge, facendo l’occhiolino alla ragazzina che arrossisce. «È deciso, allora!», continua Enrica mentre Arianna comincia a saltare dalla gioia e improvvisare una danza della pioggia «Ti lascio il mio numero, Marta, così quando siete liberi e avete tempo per due rimbambiti come noi ci fate uno squillo!». «Rimbambiti a chi?», borbotta Alberto, facendo ridere di gusto sia Edwyn che me. «Non vedo l’ora che arriva quel giorno! Oh, quando lo sapranno le mie amiche moriranno dall’invidia!», urla Arianna, lanciandosi tra le braccia mie e di Edwyn. Restiamo a salutare con la mano e a guardarli fino a che non spariscono tra la folla del centro commerciale. Faccio un grosso sospiro, sorridendo ancora. Anche Edwyn sorride e ha l’aria di uno che ha appena passato un bellissimo momento. Sono così contenta dell’incontro con quella ragazzina così speciale che quasi mi dimentico che ero arrabbiata con Edwyn. Anche lui sembra tornato di buon umore, mentre compone il numero di Emanuele per sapere dove sono finiti i nostri amici. Li raggiungiamo al ristorante che sono già seduti al tavolo. Insieme a loro, però, ci sono tre ragazze che non ho mai visto prima d’ora. Mentre mi avvicino a loro insieme ad Edwyn, il sorriso viene sostituito da una smorfia esasperata. Ecco. Non si possono lasciare da soli più di cinque minuti che già abbordano ragazze decisamente troppo lanciate nei loro confronti e con delle risate particolarmente fastidiose. «Edwyn, dov’eri finito?», esclama una della delle tre ragazze, quella con i capelli scuri e gli occhi così truccati da sembrare una bambola. «Con una piccola fan!», risponde lui, sorridendo e andando a sedersi nel posto vuoto accanto a lei. «Ohi, Marta! Eri dietro di me e poi non ti ho più vista!», mi dice Antonio, lanciandomi un’occhiata di scuse, mentre mi siedo accanto a lui. Apro la bocca per rispondere ma la ragazza con i capelli biondi e la dodicesima taglia di reggiseno toglie lo sguardo da Etienne e lo posa su di me, sgranando gli occhi. «Oh, ma tu sei Marika! Non ti avevamo riconosciuta senza la divisa gialla!», mi interrompe scoppiando a ridere «Io sono Elisabetta». Poi si volta a chiamare la sua amica «Ehi, Gemma, c’è Marika!». «Veramente mi chiamo Marta!», sussurro, ma tanto nemmeno mi stanno ad ascoltare, prese come sono a starnazzare e ridacchiare. Ma io dico... Ok fare amicizia con delle fan... Ok essere disponibili a pranzare tutti insieme in grande allegria... Ma queste tre oche dove diavolo sono andati a pescarle? E poi i ragazzi si lamentano di passere sempre per marpioni. Non credo che siano stati particolarmente attratti dalla loro personalità o dal loro carattere... La ragazza di nome Gemma, quella con i capelli ricci quasi più di Nicole, mi fa la radiografia da capo a piedi. «Cavoli, Marta, sei molto più magra dal vivo che in tv!», dichiara, facendo quello che secondo lei è un complimento e che secondo me è un modo carino per dire «Mamma mia quanto sei grassa in televisione». «Si, a telecamere spente mangio di meno!», rispondo, ironica, aprendo con un gesto brusco il menù. «Oh, certamente!», esala Gemma, guardandomi come se avessi detto la cosa più intelligente del mondo. Sento Edwyn ridacchiare e lo fulmino con lo sguardo. Lui fa finta di nulla e torna a chiacchierare con la ragazza mora, che sembra decisamente interessata ad Edwyn. Li guardo di sottecchi da sopra il menù. La mora, di cui non ho ancora scoperto il nome, forse avrà si e no diciotto anni e sta facendo un sacco di domande ad Edwyn, sulla sua musica e sulle band musicali che preferisce. Quando lui risponde i Coldplay, lei esclama «Oddio, anche a me!», come se fosse una coincidenza sensazionale. Fantastico. Le piacciono i Coldplay. Come ad Edwyn. E come altre due o tremila persone. Caspita, che cosa emozionante. Edwyn però sembra gradire le attenzioni della ragazza. Parla con lei per quasi tutta la durata del pranzo, e anche quando cominciamo a raccogliere le nostre cose per andare alla macchina, camminano vicinissimi confabulando piano. Io cammino spedita davanti a tutti, il buon umore ritrovato grazie ad Arianna sparito velocemente così come è arrivato. Non so perchè sono tanto infastidita. In fondo anche Etienne, Antonio ed Emanuele stanno ancora scherzando con le altre due ragazze. Quando arriviamo alla macchina (le tre tipe ci hanno cortesemente scortato praticamente fin dentro l’abitacolo), tutti cominciano a scambiarsi i numeri di telefono. Io guardo distrattamente in direzione di Edwyn, e lo vedo scrivere sul suo cellulare il numero che la mora gli sta dettando, guardandolo fisso come se fosse un pezzo particolarmente grosso di cioccolato. Ma com’è che sto ragazzo piace cosi tanto a tutte? Prima Nicole, poi Arianna e infine la tipa sconosciuta, che ora gli sta piazzando due grossi baci al sapore di lucidalabbra sulle guance. Sento una fitta strana nelle parti dello stomaco, che associo alla troppa Coca Cola che ho bevuto a tavola. Non ho fatto praticamente altro che bere, mangiare e sbriciolare i grissini sulla tovaglia formando disegnini strani. Quando finalmente i miei amici decidono di liberarsi delle Charlie’s Angeles, ci infiliamo tutti i macchina e ripartiamo alla volta del residence. Emanuele si dichiara soddisfatto della giornata: oltre ad aver trovato una chitarra nuova, ha anche flirtato con la tipa bionda che ha giurato di adorare il suo modo di cantare. Si, certo, come no. Etienne idem. Antonio invece (forse per sentirsi meno in colpa), è al telefono con la sua ragazza. Edwyn sta guardando fuori dal finestrino, fino a che viene distratto dall’arrivo di un messaggio. Istintivamente guardo anche io il display e leggo il nome Angelica. Edwyn scorre velocemente il messaggio e poi sorride. Tende il telefono a Emanuele, che lo legge e scoppia a ridere. «Grande Edwyn! È fatta amico! È ai tuoi piedi!». Capisco che parlo della morettina del centro commerciale. Buffo. Di angelico non mi sembra che avesse proprio niente... Edwyn ride insieme ad Ema e schiaccia velocemente sui tasti per scrivere la risposta. Poi alza inaspettatamente lo sguardo su di me, che mi rendo conto solo in quell’istante che lo sto ancora guardando. Mi affretto a girare gli occhi da un’altra parte, mentre provo di nuovo quella sconosciuta fitta allo stomaco. Che mi importa se Edwyn si vede con quella bambola troppo truccata. Io ho di meglio da fare che preoccuparmi per lui. Che faccia della sua vita quello che vuole. Ma poi nella mia mente balena la scena di quella mattina, io ed Edwyn sdraiati vicinissimi, praticamente a pochi centimetri di distanza e il mio cuore prende a battere più velocemente. Scuoto la testa, sperando che il pensiero di Edwyn scivoli via immediatamente. Ho ragione. Ho mangiato troppo. È la digestione che mi provoca questi pensieri, non certo la gelosia per Edwyn Roberts. CAPITOLO DIECI
ERA UNA BELLISSIMA GIORNATA.....PRIMA.
Oggi è una bella, bellissima, superbellissima giornata! Garrison mi ha chiamata insieme ad Antonio per la verifica e inaspettatamente mi ha chiesto di ballare Maledetto quel giorno, la fantastica coreografia che mi ha portato ad ottenere il banco immediata. Oggi mi sono divertita più del solito a ballarla, perchè tutti abbiamo riso come matti quando mi si è rotto l’ombrello... Ma la cosa più sensazionale è che la mia corsa al serale continua!! PAZZESCUUU, niente maglia grigia!! Sono così felice che non riesco a smettere di saltellare da una parte all’altra della sala. Credo che i miei compagni non ce la facciano più a sopportarmi, ma a me non importa perchè sono troppo felice. Oggi niente potrà rovinare questa bella giornata. Quando la campanella che segna la fine delle lezioni fa i suoi rintocchi, mi accodo dietro ai miei compagni per tornare in sala relax a prendere le borse. Mentre cammino dietro Etienne ed Antonio, scorgo il ciuffo di Edwyn uscire dalla sala musica e subito mi fiondo verso di lui e gli salto in spalla. «Edwyn! Niente maglia grigia! Sono troppo contenta!» Lui alza gli occhi al cielo e sorride «Lo so, Marta, anche noi vediamo le verifiche! E poi le tue urla si sentono fin dalla sala relax!». Gli faccio un urletto nelle orecchie e lui cerca di darmi i pizzicotti per farmi scendere dalla sua spalla. «Ragazzi, stasera siamo impegnati! Voglio andare in quel locale che hanno aperto da poco, in centro! E niente scuse!». Federica se ne va via velocemente come è arrivata. Edwyn ed io ci guardiamo perplessi e poi ci stringiamo nelle spalle. Tanto non abbiamo niente di meglio da fare... Appena recuperate le borse, Edwyn ed io ci incamminiamo in direzione del residence. Non ho smesso un attimo di blaterare della mia verifica, perchè sono troppo contenta, ma ho anche paura di aver avuto un atteggiamento preferenziale da parte di Garrison. «Secondo te perchè mi ha fatto ballare il cavallo di battaglia?», chiedo ad Edwyn, mordendomi il labbro. «Beh magari lui non aveva bisogno di farti verifiche perchè gli piaci come lavori e tutto, però prima o poi bisogna farle a tutti...quindi ti ha fatto ballare Maledetto quel giorno per confermare quello che pensava! E poi si capisce lontano un miglio che il tuo balletto gli piace da matti!». «Tu credi?». Confesso che un po’ della contentezza che avevo viene sostituita dall’ inquietudine. Mi viene in mente solo in questo istante che, dopo il mio ritorno in sala danza, qualcuno dei miei compagni (forse Lorella e Leonardo), stavano parlando del fatto che anche loro avrebbero voluto una verifica facile come quella mia e di Antonio. All’inizio non ho particolarmente fatto caso al vero significato di quelle parole, ma adesso affiora il dubbio che a causa della mia verifica super di parte io abbia suscitato qualche malcontento tra gli altri ballerini. Confesso le mie supposizioni ad Edwyn, improvvisamente impanicata. «Marta non te ne deve importare niente di quello che dicono gli altri! Saresti stata pronta anche se Garrison ti avesse chiesto di ballare diciotto coreografie di fila! Non lasciare che ti influenzino sulla tua bravura e sul tuo merito di stare in questa scuola!», risponde lui, tirandomi amichevolmente una ciocca di capelli e subito mi sento molto meglio. Edwyn ha ragione. Io so di meritare questa maglia gialla e il posto in questo programma. Insomma, non posso certo farmi rovinare questo bel sogno dalle malelingue, no? Presi come siamo a chiacchierare, non ci siamo nemmeno resi conto di essere arrivati alla porta della mia stanza. Senza Nicole che cerca di arrivare prima di me per fare prima la doccia, non ho per niente voglia di rientrare in camera. Edwyn sembra rendersi conto di quello che mi sta passando per la testa perchè mi afferra la chiave dalle mani ed entra prima di me nella stanza. Poi mi spinge direttamente in bagno e ridacchia «Forza, fatti la doccia e poi vieni in camera nostra. Devo trattarti come se fossi mia figlia!». Apro la bocca per ribattere qualcosa di molto pungente ma lui non me lo permette. Mi chiude la porta in faccia. Poi sento la televisione accendersi e la rete del mio letto cigolare. Sul mio viso affiora un sorriso, mentre comincio a spogliarmi per infilarmi nel box doccia. Il buonumore è tornato. Oggi è davvero una bella giornata! Quando finisco di lavarmi, torno in camera avvolta nell’accappatoio e con i capelli gocciolanti. Edwyn, sdraiato comodamente sul mio letto, mi lancia un’occhiata e subito riporta lo sguardo sulla televisione. Io saltello in direzione del mio armadio, canticchiando a voce bassa Maledetto quel giorno, solo perchè non voglio che Edwyn mi prenda in giro e mi dica che sono stonata. Lui però stranamente non dice nulla. Rimane con lo sguardo fisso sulla televisione, anche quando risponde alle mie domande... Boh, sarà appassionato da Avanti un Altro al punto da non riuscire a distoglierne lo sguardo. Quando ho scelto i vestiti da indossare, torno in bagno a finire di prepararmi. Per una volta scelgo di asciugarmi i capelli e di passarci la piastra, così ritorno in camera armata di phone e spazzola e mi piazzo sul letto accanto ad Edwyn. Probabilmente adesso mi lascerà da sola per andare a farsi la doccia in camera sua, anche perchè cosi potrà finire di vedersi il programma in santa pace e senza me di mezzo che mi contorco come un’anguilla per districarmi i nodi nei capelli. E invece non si muove. Lo guardo di sottecchi, da sotto il phone ma lui continua a fissare la televisione, come ipnotizzato. È anche stranamente silenzioso. Non ha spiccicato parola da quando sono uscita dalla doccia. Si che lui non è particolarmente logorroico, però mi sembra comunque strano. «Tutto bene, Eddino?», gli chiedo, sperando che usare il soprannome che odia tanto scateni in lui qualche reazione inversa. «Mmm? Si, si, tutto bene! Quanto ti manca?», risponde lui, guardando intensamente il phone che ho tra le mani. Ok, la cosa è preoccupante... «Mi manca poco, ma se vuoi puoi cominciare ad andare in camera tua per la doccia. Quando ho finito vengo li...non preoccuparti che non soffro di crepacuore se resto dieci minuti in camera da sola!», aggiungo, ridacchiando. «Va bene! Ci vediamo dopo, allora!». Edwyn si alza velocemente dal letto ed esce dalla porta senza guardarsi indietro. Sbatto un paio di volte le palpebre. Boh. Questo ragazzo è strano all’ennesima potenza. Comincio a cantare a voce più alta, tanto ora nessuno può dirmi che sono stonata come una campana, mentre finisco di asciugarmi i capelli. Sono proprio di buonumore, non c’è che dire. Guardo fuori dalla finestra e grazie al cielo non piove. Stasera sarà una bella serata! Quando mi sento sufficientemente soddisfatta della mia chioma, afferro la borsa e il giubbotto e mi chiudo la porta alle spalle. In corridoio c’è già un gruppetto di persone. Alcuni sono i ragazzi della Scimmia, che ogni tanto escono con noi. Saluto tutti con la mano, chiedendomi a quante persone Federica ha chiesto di uscire stasera, e mi infilo nella stanza dei ragazzi. Emanuele è già pronto, seduto sul suo letto con la chitarra in mano. Alza lo sguardo su di me mi fa un cenno di saluto, sicuramente troppo preso dal suo mondo per fare di più. Io mi siedo sul letto di Edwyn e afferro il cellulare per passare il tempo. Poi Edwyn esce dalla porta del bagno, completamente come mamma l’ha fatto, a parte un asciugamano mignon legato sul ventre. «Wow, Roberts, come siamo sexy!», esclamo, scoppiando a ridere. Lui gira lo sguardo su di me e alza gli occhi al cielo. «L’hai fatta entrare tu questa bambina scema?», chiede ad Emanuele, che ovviamente non gli da retta. Edwyn sospira e comincia a cercare nel suo armadio delle mutande pulite. «Eddino ma lo sai che hai delle spalle proprio sexy?», gli chiedo, rendendomi conto solo in questo momento che non ho mai visto Edwyn senza maglietta. «Marta, ma lo sai che sei proprio una cretina?», mi fa il verso lui, imitando la mia voce. «Uffa, ma se ti faccio un complimento ti lamenti, se ti prendo in giro ti lamenti, sei incredibile, sai?», brontolo, continuando a ridere. «Ecco, stai zitta che è meglio!», risponde lui, tirandomi la sua maglietta sporca in faccia. «Che schifo!». Gliela rilancio addosso «E poi io parlo quanto mi pare e piace!». «Piiiaaaceee!», rimbecca lui, andandosi a chiudere in bagno prima che faccio in tempo a lanciargli addosso il suo cuscino. «Oh, Marta! Quando sei arrivata?», esclama improvvisamente Emanuele. Posa la chitarra affianco a letto e mi guarda sorpreso. Alzo gli occhi al cielo e sospiro. Cosa si può pretendere, da uno come Emanuele? Edwyn sbuca fuori dal bagno dopo dieci minuti, perfettamente vestito e con il ciuffo domato. Beh, diciamo pure che Edwyn è sexy sia vestito che senza niente addosso... Martaaa? Beh? Cosa fai la maniaca sessuale, adesso? «Hai ragione!», dico a me stessa, forse a voce troppo alta. «Cosa?», chiede Edwyn. «Niente...parlavo tra me e me!», mi affretto a dire, facendo un sorriso esagerato. Edwyn scuote la testa e lascia perdere. E in effetti ha pure ragione... Iniziare a parlare da soli non è propriamente un segno di stabilità mentale... «Allora, andiamo?», esclama Emanuele, finendo di spruzzarsi il profumo. «Vamos!», concorda Edwyn, aprendo la porta della stanza. «Caspita, ogni tanto si risveglia il sangue latino, eh Roberts?», chiedo, mentre gli passo accanto. «Marta ma che ti sei bevuta?», interviene Emanuele, guardandomi come se non mi riconoscesse. «Niente. Sono solo di buonumore!», spiego, cominciando a saltellare in direzione della scale. «A me invece me lo stai facendo passare!», sento brontolare Edwyn, ma non gli do retta. Sono pronta per una bellissima serata!
*
Alla fine, il gruppo che Federica è riuscita a mettere in piedi è composto solo da lei, Edwyn, Emanuele, Anthony ed io. Pochi ma buoni, come dice sempre la mia mamma. Siamo seduti nel tavolo più in fondo del locale. È carino, il posto ideale per passare una serata tra amici, senza troppa musica rimbombante che non ti permette nemmeno di parlare. Anthony, Federica ed Emanuele stanno parlando, come al solito della diretta di sabato e di chi tra noi verrà premiato con l’esibizione. Edwyn invece ha in mano il telefono e sta messaggiando con qualcuno. Non mi preoccupo troppo di chi sia il destinatario, finché non vedo dei volti familiari affiorare tra la folla e venire verso di noi. Alla fine Etienne, Antonio, Nicolò, Verdiana, Chiara, Ruben ed Angela hanno deciso di raggiungerci. Il mio sorriso però si gela all’istante sul viso, quando vedo che insieme a loro ci sono due delle tre ragazze che i miei amici hanno abbordato al centro commerciale. Una è la stangona bionda, che subito corre ad abbracciare Emanuele. L’altra è la mora, Angelica. Ha un paio di pantaloncini striminziti con sotto le calze e una maglietta davvero troppo scollata per essere inverno. I capelli sono sciolti sulle spalle in riccioli ovviamente perfetti, e gli occhi truccatissimi. Saluta tutti con la mano, si presenta a quelli che non conosce come se fosse una di noi e si siede accanto ad Edwyn, che sorride e mette via il cellulare. Ecco scoperto il destinatario dei messaggi di Edwyn. Il cuore prende a battermi più forte e sento di nuovo il nodo allo stomaco. Cerco di comportarmi normalmente, sorridendo e chiacchierando con i miei compagni che si sono uniti al nostro tavolo, ma i miei occhi continuano a tornare su Edwyn e sulla sua accompagnatrice bambolina. Lei parla e ride con tutti, perfettamente a suo agio e senza nemmeno un pensiero per la testa, ma non posso fare a meno di notare come allarga di più il sorriso quando Edwyn si rivolge a lei o come tende a protendersi verso di lui ogni volta che gli deve chiedere qualcosa all’orecchio. Le piace, questo è poco ma sicuro. E da quello che sembra, anche ad Edwyn piace parecchio lei. Mi mordo le labbra, per impedirmi di dire qualcosa di stupido, ma improvvisamente sento che ho una grande voglia di tornare nella solitudine della mia stanza e piangere. Federica deve accorgersi che qualcosa non va in me, perchè mi guarda preoccupata. «Stai bene, Marta?», chiede a voce alta e tutti interrompono le loro chiacchiere per guardare verso di me. Anche Edwyn e Angelina, o come si chiama, mi stanno guardando e questa è la goccia che fa traboccare il vaso. Cosa finge di preoccuparsi quello stronzo, quando tanto ha di meglio da fare con la bambolina truccata. «Mi gira un po’ la testa...forse ho bevuto troppo! Vado un attimo in bagno!», rispondo, senza guardare negli occhi nessuno e mi faccio strada per uscire dal tavolo. Verdiana e Chiara vengono con me, anche se in questo momento l’unica di cui ho veramente bisogno è Nicole. Adesso sento la sua mancanza come non mai. «Va meglio Marta?», mi chiede Chiara, dopo che mi sono sciacquata la faccia con l’acqua ghiacciata. «Si, a posto, grazie!», mento, rivolgendo loro un sorriso rassicurante. Non voglio farle preoccupare. Anche perchè in realtà io non sto affatto male. Ho solo un nodo allo stomaco grande come una casa...farei meglio a tornare al residence, forse. Verdiana sembra leggermi nel pensiero «Vuoi che ti accompagniamo al residence?». «Forse è meglio...almeno mi stendo sul letto e mi riprendo un po’». Si perchè se mi trovo davanti ancora una volta il sorrisetto sprezzante di Angelica e i suoi artigli sulle mani di Edwyn non rispondo di me. Ma è solo perchè questa ragazza mi sta davvero antipatica, niente di più, ovviamente. Se si fosse appiccicata ad Etienne o ad Emanuele avrei reagito nello stesso identico modo, ne sono sicura...... Quando torniamo al tavolo, la scena è peggiorata alquanto. Ormai Angelica è tutta completamente addosso ad Edwyn. È cosi stretta a lui che non capisco dove finisce uno e inizia l’altro. Comincio ad avere un leggero tremito per il nervosismo. Marta stai calma. Alla fine cosa ti interessa se questa sta attaccata ad Edwyn? È un tuo amico, il tuo più grande amico qui dentro, si...ma se lui vuole spassarsela con questa bambola troppo cresciuta è affare suo... Dovresti essere contenta per lui... Non dovresti sentire il bisogno di staccare capello per capello tutti quei bellissimi riccioli da bambolina, giusto?? Questo particolare sentimento amichevole dovresti controllarlo, Marta... «Ragazzi noi accompagniamo Marta al residence. Però non stiamo a tornare qui...voi siete a posto con le macchine?», chiede Verdiana, afferrando il suo cappotto e passandomi il mio. Sento lo sguardo di Edwyn su di me, ma non ci faccio caso. L’unica cosa che voglio è andarmene da qui il più velocemente possibile. «Aspetta Verdi...Angela e Ruben hanno la smart, quindi non ci sta più nessuno...rimaniamo in sei...non ci stiamo tutti nella macchina di Emanuele!», fa notare Etienne, dopo un rapido calcolo. «Qualcuno deve venire via con noi, allora!», esclama Verdiana, guardandosi intorno. Con la coda dell’occhio noto uno strano movimento di Edwyn. È come se si volesse alzare ma qualcosa lo ha trattenuto... E infatti... «Io ho la mia macchina, ragazzi, posso accompagnare io qualcuno! Tanto abito lì vicino a voi, non faccio tanta strada», dice la voce squillante di Angelica, con un grosso sorriso. I suoi occhi lanciano un’occhiata eloquente ad Edwyn, che sorride, palesemente imbarazzato. Però, questa ragazza è un fulmine! Nel giro di una sola frase ha già fatto intendere che vuole rimanere sola con Edwyn e gli ha anche detto dove abita! Le ragazze d’oggi...se ne inventano una più del diavolo... «Oh...ehm, va bene, allora!», risponde Edwyn, sorridendo imbarazzato e tornando a sedersi. Io strappo praticamente il mio cappotto dalle mani di Verdiana, saluto tutti con un cenno della mano e schizzo fuori da questo posto prima di fare qualcosa di stupido. Una volta al residence, Chiara e Verdiana insistono perchè mi fermi un po’ con loro, ma le liquido subito dicendo che sono molto stanca e che preferisco tornarmene a letto. Mi dispiace per le mie amiche, ma non sono proprio dell’umore giusto per un pigiama party. Sorpasso con decisione la porta della mia camera e mi dirigo in terrazza. La terrazza è l’unico posto in cui puoi stare tranquilla a pensare senza sentirsi malinconici...le luci di Roma sono uno spettacolo dall’alto... Mi siedo sul bordo della pianta, come mio solito e appoggio la testa sulla ringhiera. Sola con me stessa, posso dare sfogo a tutti i miei pensieri contorti. Perchè mi sento tanto triste al pensiero che Edwyn frequenti un’altra? Perchè non provo lo stesso sentimento anche per gli altri miei amici? Mi preoccupo anche per loro, certo, e vorrei che quella bionda ossigenata stia ben lontana da Emanuele...ma non è come con Edwyn.... Forse perchè lui è il mio migliore amico, qui dentro? Sento una sorta di istinto protettivo verso di lui così forte da esserne gelosa? Perchè alla fine è questo che è il nodo allo stomaco...posso inventarmi diecimila scuse, ma la risposta è sempre la stessa.... Sono gelosa di Edwyn. Ecco, l’ho ammesso. Ora la domanda da farsi è....perchè sono gelosa di Edwyn? Perchè è un mio amico. Ok, ma non giustifica le mie sensazioni strane. Perchè non mi piace quella bambolina e preferisco che lui si metta insieme a Nicole, anche se ora è più difficile.... No, non è nemmeno per questo... E allora perchè diavolo sto piangendo come una scema? Prima che la risposta mi affiori sulle labbra, sento la porta della terrazza aprirsi. Sicuramente saranno Chiara e Verdiana, che mi hanno vista venire qui su e sono venute a controllare come sto... «Ragazze, va tutto bene, avevo solo bisogno di un po’ di aria!», esclamo a voce alta, asciugandomi velocemente gli occhi con una mano. «E allora perchè stai piangendo?». Alzo la testa di scatto. Questa decisamente non è la voce delle mie compagne. Mi volto lentamente e scorgo il volto in ombra di Edwyn. «Che fai, qui?», chiedo, così sorpresa di vederlo da non preoccuparmi che ho ancora le lacrime agli occhi. «Gli altri sono andati a ballare, ma io non avevo voglia. Mi sono fatto accompagnare qui», risponde lui, venendo verso di me. Non riesco a leggere il suo viso, perchè è nell’ombra. «Oh, ti sei divertito con Angelica?», sputo fuori inaspettatamente. Ma che mi prende? Non devo essere così sfacciata, insomma! «Mi sono fatto accompagnare da Ruben!», afferma lui, in piedi affianco a me. La sua risposta mi sorprende. «Caspita, non pensavo mollasse gli artigli così presto, la ragazza!», borbotto, tornando a guardare oltre la ringhiera. Sento Edwyn ridere. «Sento un tono di gelosia in quella vocetta che ti ritrovi?». Mmmmmm....adesso lo butto giù dalla terrazza! Ma perchè non si può fare una conversazione senza che lui cominci a prendermi per i fondelli? «Per niente proprio!», sbotto, alzando gli occhi al cielo. Io mi chiedo come possa essere gelosa di una persona del genere...dovrei essere grata ad Angelica, che l’ha tolto di mezzo per un po’... «Marta perchè piangevi?», mi chiede poi, dopo qualche minuto di silenzio. «Non piangevo...sono solo lacrime di nostalgia. A volte sento la mancanza di casa in un modo impossibile», mento, senza guardarlo. Non posso certo dirgli che piangevo per lui... Edwyn si siede accanto a me sul bordo pianta. Ora che il suo volto è più vicino, posso scorgere un’occhiata di sospetto nel suo sguardo. «Solo per questo?». «Per cos’altro dovrei piangere?», rispondo, cercando di essere convincentemente sprezzante. Ma non credo che mi venga proprio bene.... Oh no. Sento che sto per ricominciare a piangere. «Vieni qua, mostriciattolo!», esclama all’improvviso Edwyn, abbracciandomi. Sono cosi sorpresa di questo gesto che nemmeno provo a ribellarmi. In realtà non voglio proprio ribellarmi. Voglio stare così per sempre. Uffa, ma cosa mi succede? Che alla fine Nicole abbia avuto sempre ragione? Mi sono innamorata di Edwyn e non voglio ammetterlo a me stessa? Edwyn ed io stiamo abbracciati senza parlare per un bel po’. Ma sto talmente bene che non mi preoccupo nemmeno del tempo che passa. Poi Edwyn si stacca da me e mi guarda. È stranamente serio, come se stesse pensando a qualcosa di complicato. Io sono ipnotizzata a guardarlo. Oh mamma....oh mamma....oh mamma....che mi succede? Lo squillo del cellulare di Edwyn interrompe il momento magico. Entrambi sussultiamo, come se siamo stati svegliati bruscamente da un sogno. Lui lo tira fuori dalla giacca e legge velocemente il messaggio. Poi mi guarda con aria di scuse. «Angelica mi ha appena scritto che ha bucato una ruota. Ha chiesto se posso scendere a darle una mano a cambiare la gomma». È come un pugno allo stomaco. Io quella la odio. Ma che diavolo vuole da Edwyn? Lui si alza, sempre guardandomi dispiaciuto. «Vado a vedere cosa posso fare...non mi va di lasciarla sola lì...». «Certo, certo, vai pure!», gli dico io, come un automa. «Tu rimani qui?», mi chiede, avviandosi verso la porta. «Ancora un pochino!». «Notte, Marta». «Notte, Edwyn». Quando la porta si chiude dietro di lui faccio un respiro profondo. È arrivato il momento di ammettere a me stessa la verità... Credo di essermi innamorata di Edwyn Roberts. CAPITOLO UNDICI
QUALCOSA DI INASPETTATO....
Sono in sala prove insieme a Nicolò. Stiamo provando un nuovo passo a due, l’unico per il momento che è stato fatto tra i ballerini di Amici. La canzone poi è davvero stupenda. Sono sicura che la coreografia sabato verrà benissimo. Però non riesco a concentrarmi. I ragazzi in sala hanno dovuto richiamare parecchie volte la mia attenzione, perchè continuo a distrarmi. Continuo a pensare ad Edwyn e a quello che sta succedendo tra noi due. Una volta ammesso con me stessa, è ancora più difficile gestire tutta questa situazione che si è creata. Ho capito che quello che provo per lui è più di una amicizia. Ma ho troppa paura di fare il prossimo passo. Non voglio rovinare quello che c’è tra di noi. E poi ho paura che se gli confesso quello che provo per lui, non avrei più il coraggio di guardarlo in faccia. E se per lui fossi solo un’amica? Non so cosa fare...non so proprio cosa fare... La campana della fine delle lezioni mi riporta con i piedi per terra. Nicolò raccoglie le sue cose ed esce dalla sala, parlando fitto fitto con Romina, una delle professioniste di quest’anno. Io mi piazzo l’asciugamano in spalla e gli seguo a ruota, arrancando verso la sala relax per la pausa della mattina. Il resto dei miei compagni sciama fuori dalle aule, chiacchierando e urlando come al solito. Con la coda dell’occhio scorgo Edwyn, che sta percorrendo il corridoio insieme ad Emanuele e Ruben. Presa da uno strano terrore mi nascondo velocemente dietro Lorella, che mi guarda come se fossi impazzita. Non ce la faccio nemmeno a guardarlo negli occhi, solo perchè so di essere cotta di lui, figuriamoci parlarci faccia a faccia. Edwyn ci passa accanto, così assorto dalla conversazione da non notare che sono rannicchiata dietro Lorella. È come un gioco della play station molto difficile... Più cerco di evitarlo e più mi devo inventare posti assurdi dove nascondermi per non farmi notare da lui. Lo so, è un atteggiamento stupido e infantile. Ma per questa volta posso permettermi di essere un’immatura... Il gioco cerca – di – non – rimanere – sola – con – Edwyn va avanti fino alla fine della giornata. E devo dire che sono particolarmente brava ad essere invisibile quando voglio. Negli spostamenti tra un’aula e un’altra mi nascondo dentro la folla dei miei compagni, ingobbendomi al massimo; prima di andare in bagno controllo che ci sia via libera e nessuna maglietta nera nei paraggi. Per fortuna io sono una ballerina ed Edwyn un cantante, altrimenti sarebbe stato un bel problema evitarlo... Riesco a sopravvivere incolume fino alla fine delle lezioni e per tutto il percorso verso il residence. Ma proprio mentre sto per arrivare sana e salva alla mia camera, guardandomi intorno circospetta e sentendomi tanto Occhi di Gatto, vedo spuntare il suo ciuffo da dietro l’angolo. Presa dal panico, cerco di nascondermi dietro una colonna. Attendo in silenzio, con il cuore che mi batte a mille all’ora, finché non sento dei passi allontanarsi. Tiro un respiro di sollievo. «Marta? Si può sapere che ci fai lì nascosta?». Ecco. Game over. Mi volto verso Edwyn, che è in piedi davanti a me con le mani incrociate e lo sguardo sorpreso. «Oh, ciao!», esclamo, stampandomi in faccia un sorriso che probabilmente è inquietante. Mi si vedranno anche le tonsille... Stai calma, Marta...stai calma...comportati normalmente... «Perchè ti nascondi?», chiede lui, guardandosi intorno per capire il motivo del mio strano comportamento. «Io? Non mi sto nascondendo....stavo solo...ehm...cercando le chiavi della camera!», indico la borsa come conferma «Non le trovo mai in questo macello!», aggiungo, alzando le mani al cielo con fare teatrale. Lo sguardo di Edwyn da confuso si fa diffidente «Ah, ok...». Rimane a guardarmi per qualche secondo. Io rimango impalata come uno stoccafisso, con ancora il sorriso ebete sulla faccia. No Marta...non ti stai decisamente comportando in modo normale.... «Dove sei sparita in questi giorni? Non ti ho vista da nessuna parte, nemmeno a scuola!», mi dice poi Edwyn, appoggiandosi alla parete con il braccio, incastrandomi così tra lui e il muro. Non ho proprio vie di fuga. Uffa. E adesso che faccio? «Ma no...sono stata un po’ impegnata con le coreografie e le lezioni, sai com’è...», rispondo, improvvisamente molto interessata ad una pellicina che mi spunta sull’indice. Non gli posso certo dire che sto cercando di evitarlo da due giorni perchè altrimenti rischio di morire di infarto ogni volta che incrocio il suo sguardo... «Alla fine non ti ho più raccontato com’è andata a finire con Angelica!», continua lui, con un tono di voce così strano da costringermi ad alzare lo sguardo su di lui. In realtà non ho per niente voglia di ascoltare il resoconto di Edwyn sulle sue avventure no – stop con la bambolina umana. Anche perchè il nodo allo stomaco che sento ogni volta che penso a lui insieme a lei è così forte quasi da farmi vomitare. Ma se devo comportarmi normalmente e non dare nell’occhio devo continuare a fingere che vada tutto bene... «Si, è vero!», rispondo, fingendo noncuranza «Com’è andata?». «Alla fine non era vero che aveva bucato!». «Ah, capisco....cosa?». Mi volto di scatto verso di lui. Edwyn ride, ma vedo che è un po’ imbarazzato. Beh, che vuole? È lui che ha iniziato questa conversazione! Prima mi dice che vuole raccontarmi di Angelica e poi cambia idea? «Era una scusa per farmi tornare da lei! Ci ha provato spudoratamente!». Io quella la odio. Ma perchè diavolo devono esistere ragazze del genere che fanno perdere la dignità a tutto il genere femminile? Edwyn mi studia per cercare di capire cosa sto pensando, probabilmente... Sembra che ci sta prendendo gusto a raccontare questa storia... «Ma sul serio? Oh beh...a te tanto non ha dato mica fastidio, no?», chiedo, cercando di tenere un tono di voce normale, ma senza riuscirci. Poi spalanco gli occhi e trattengo il fiato così forte che Edwyn fa un balzo indietro e si guarda intorno spaventato. «Porco maniaco, non ti sarai mica approfittato di lei?», urlo, dandogli un pugno sulla spalla. «Ma sei scema a dire queste cose? Cosa ti salta in testa!». Edwyn fa un sorriso rassicurante a due ragazze della Scimmia che stanno passando in questo momento accanto a noi, guardandoci incuriosite. Aspetta che siano passate oltre e poi torna a fulminarmi con lo sguardo. «Tu sei tutta matta!». «Oh, insomma, se lei ci ha provato e tu non le sei saltato addosso da porco maniaco, cosa avete fatto? Chiacchierato del debito pubblico e della crisi del lavoro?». La gelosia sa tirarmi fuori delle perle di saggezza che nemmeno io sapevo di possedere. «Non ti dico più niente se non la smetti di comportati da cretina!», sbotta lui, arrabbiato. Oh ma certo che è forte questo ragazzo! Prima mi arriva di soppiatto alla spalle, rovinandomi tutto il mio perfetto piano diabolico per stargli alla larga il più possibile, poi mi dice che mi vuole raccontare della sua seratina con quella specie di sciacquetta cotonata e alla fine si arrabbia pure perchè gli chiedo cosa sia successo? «Fa come vuoi, non sono mica tua madre che mi devi dire con chi sei e cosa fai! Sei venuto tu di tua spontanea volontà a raccontarmelo», rispondo a tono io, infilandomi sotto il suo braccio e avvicinandomi impettita alla porta della mia camera. «Dai, Marta, aspetta! Vieni qui, non ho voglia di litigare di nuovo!». Edwyn mi afferra per il braccio e mi costringe a fermarmi. Faccio un sospiro nervoso e prendo fiato per dirgliene quattro ma il suo sguardo improvvisamente addolcito mi fa perdere il filo del discorso. A volte sa essere cosi carino che mi risulta impossibile rimanere arrabbiata con lui. Trattengo con fatica l’impulso di abbracciarlo e lo invito ad entrare in camera con me. «Dai, finisci di raccontarmi di questa benedetta ruota non bucata!», sospiro, lasciandomi cadere pesantemente sul mio letto, stanca più psicologicamente che fisicamente. Lui viene a sedersi accanto a me. «E niente. Io le ho detto nel modo più carino possibile che non mi interessava», risponde Edwyn, stringendosi nelle spalle. Rimango in silenzio per qualche minuto. «Che non ti interessava cosa?», chiedo alla fine, senza capire. Lui mi guarda come se fossi ritardata. «Lei», esclama, esasperato «Ho detto che non mi interessava lei!». Cerco di elaborare nelle mia testa quelle parole, ma il mio cervello sembra essersene andato a farsi friggere insieme al cuore. «Perchè?», insisto, stupidamente. Non capisco perchè Edwyn si sia fatto tutti questi problemi a spassarsela con lei... Non era forse quello che voleva? Edwyn emette un lamento con la bocca, portandosi le mani sulla faccia. «A volte mi chiedo se fai finta di essere così scema oppure è un dono di natura!», ammette, guardandomi storto. Cerco di mettere in fila i miei pensieri confusi per fare un discorso logico. «Non capisco perchè tu gli abbia detto che non ti interessa, Edwyn! Nessuno ti proibisce di frequentare ragazze al di fuori del programma...e se tornavi in tempo per il coprifuoco nessuno ti diceva niente. Ti fai troppi problemi per niente, Edwyn, dai retta a me!». Edwyn continua a guardarmi incredulo, scuotendo la testa. «Chi ha mai detto che Angelica mi interessa?», chiede, scandendo lentamente le parole. Sbatto le palpebre «Beh, nessuno ma...sembrava piuttosto palese, sai?». «E non guardarmi come se fossi una rimbambita, Edwyn Roberts!», aggiungo, punta sul vivo perchè lui continua a guardarmi basito, come se stessi parlando arabo «Tutti si sono accorti che quella ti piace...devi solo cominciare ad essere un po’ più coerente con te stesso, Edwyn, se no non vai da nessuna parte e sarai d’accordo con me che...». Non riesco a finire la frase, perchè Edwyn mi afferra bruscamente per le spalle e infrange la sua bocca sulla mia. CAPITOLO DODICI
L’ESSENZIALE....
Il mio cervello è andato in tilt. E anche il mio cuore. E tutto il resto del corpo, comprese le unghie. Riesco solo a sentire le labbra di Edwyn che si muovono con decisione sulle mie, perfettamente in sincrono, dolci e impetuose allo stesso tempo. Nelle parti in cui le sue dita poggiano sulla mia pelle sento come un fuoco devastante, che non brucia ma che basta per farmi impazzire il cuore. Ci siamo solo io e lui. Lui ed io. E le nostre labbra che sembrano attaccate con la colla. Non riesco a muovere un muscolo, sono come congelata. Se non ci fossero le mani di Edwyn sulle mie braccia e le sue labbra sulle mie, non sentirei più nemmeno il mio corpo. Il mio corpo... Che è sempre stato solo mio. Mio e della danza... Ora mi sembra che appartenga completamente ad Edwyn. Se è questo quello che chiamano amore....beh, è una cosa straordinariamente pericolosa. Quando dopo qualche secondo...o ore...o parecchi giorni e notti, Edwyn smette di baciarmi e si allontana da me quel poco che basta per fissarmi negli occhi. Io penso di avere trattenuto il fiato per tutto questo tempo, perchè mi lascio andare ad un grosso respiro bisognoso di ossigeno. Non riesco a staccare gli occhi da questo strano, incomprensibile, affascinante, incredibilmente dolce e sensibile ragazzo, che da un giorno all’altro è diventato il centro dei miei pensieri e assolutamente necessario per la mia felicità. Credo di aver smesso da un bel pezzo di essere solo Marta. Marta ed Edwyn suona molto meglio che il mio nome da solo... Lui continua a guardarmi senza dire nulla per un bel pezzo. Poi, come se non riuscissero a farne a meno, due sorrisi identici si affacciano sui nostri volti. Cominciamo a ridere come due cretini e non riusciamo a smettere per un bel po’. Quando poi riusciamo a tornare seri, gli occhi di Edwyn si fanno più profondi. «Era da un bel po’ che volevo farlo!», mi dice, con voce particolarmente roca e, si, devo ammetterlo, incredibilmente sensuale. Boccheggio un attimo, giusto il tempo che il mio cervello elabori quell’informazione. Edwyn era da un bel po’ che voleva baciarmi. Apro la bocca per rispondere, ma non mi esce alcun suono. Edwyn sembra capire quello che mi passa per la testa perchè sorride furbescamente, guardandomi come se fosse un bambino che è stato scoperto a fare qualcosa che non doveva. E io mi devo impegnare seriamente per non buttarmi di nuovo a capofitto tra le sue braccia e sulle sue labbra. «Va bene...», riesco ad esclamare alla fine, passandomi la lingua sulle labbra secche «Forse dovremmo parlarne!». Edwyn annuisce e sempre senza staccare gli occhi da me, mi afferra la mano. Se la porta al viso e annusa il mio profumo. Poi allunga la sua mano verso di me e mi sfiora una ciocca di capelli. «Non so come. Non so quando. E sopratutto non so il perchè...», comincia a dire, scuotendo la testa, senza però togliere nemmeno un attimo lo sguardo dal mio «...ma non faccio altro che pensare a te, ogni secondo della giornata. Appena mi sveglio, mentre faccio colazione, mentre canto, mentre suono il pianoforte...mentre sono solo Edwyn, io penso sempre a te. Ogni tuo abbraccio, ogni tuo sorriso, ogni tua parola dolce, ogni tuo consiglio provoca in me una sensazione così forte che forse non ho mai provato in tutta la mia vita. Non so quando sei passata dall’essere solo Marta, la mia amica rompiscatole, che non sta ferma un secondo, che non riesce a stare tranquilla se non balla per almeno dieci ore al giorno, che si caccia sempre nei guai e che non è contenta se non mi urla nell’orecchio ogni volta...». Edwyn sorride, ma io sono troppo ipnotizzata dalle sue parole per rendermi conto che mi sta prendendo in giro. «...non so quando sei passata dall’essere tutto questo all’essere la mia Marta. La ragazza più bella che io abbia mai visto, con un sorriso così incantevole da farmi dimenticare ogni volta tutte le cose brutte della mia vita e che non posso fare a meno di abbracciare perchè così mi dice il cuore. La ragazza che è costantemente nei miei pensieri, giorno e notte... Penso sempre a quanto sei bella quando vieni in camera mia, scalza e con una felpa più grande di te di almeno tre misure...penso sempre a quanto sei bella con i capelli legati nella coda e con quel ciuffo sempre davanti agli occhi…penso a quanto mi diverto quando ti arrabbi se ti prendo in giro per le calze spaiate o per il pigiama con gli orsacchiotti. Penso a quanto sei bella quando balli, quando ti impegni, a come ti mordi il labbro nei momenti di nervosismo e al tuo buffissimo modo di mettere il muso quando ti offendi per qualcosa. Penso sempre a quanto sei adorabile e tenera quando corri da una parte all’altra della scuola o del residence, consolando tutti quelli che piangono o che sono in difficoltà, me per primo. Penso a quanto sei dolce e sensibile ma anche a quanto sei capricciosa e testarda. Ma sopratutto penso sempre a quanto sei coraggiosa, perchè hai affrontato, e lo fai tuttora, la più orribile e difficile prova di forza che la vita può dare... E più penso a queste cose, Marta, più desidero averti sempre al mio fianco. Perchè sei diventata la persona più importante per me, qui dentro e anche fuori, e perchè ho capito che voglio stare con te. Mi sono innamorato di te, Marta. O forse lo sono sempre stato, ma sono stato un cretino a non capirlo prima...». Edwyn smette di parlare e alza gli occhi su di me. Certo si attende una qualsiasi mia reazione, che io dica qualcosa, almeno un cenno di appezzamento, un sorriso... Ma io sono così scioccata, così confusa e così immensamente felice che non riesco a fare altro che mettergli le mani al collo e stringere il viso nell’incavo del suo collo. Lui prima rimane interdetto da questa mia reazione priva di parole ma piena di significati. Poi lo sento sorridere e stringermi come se volesse farmi diventare parte integrante del suo corpo. «Marta perchè stai piangendo?». Mi accorgo di avere le guance bagnate di lacrime solo in quel momento. «Perchè sono felice, scemo!», rispondo aprendomi in un grosso sorriso. «Sono davvero lacrime di felicità o lacrime di terrore, Marta? Che conoscendoti so che potresti anche fingere di ricambiare i miei stessi sentimenti solo per non ferirmi!». La voce di Edwyn è improvvisamente titubante, come se fosse davvero possibile quello che mi sta dicendo. Io fingere di ricambiare i suoi sentimenti per non ferirlo? Ma se sono innamorata persa di lui! Scuoto la testa e faccio per rispondergli ma lui è un fiume in piena. «Marta voglio che tu sappia che se vuoi che rimaniamo solo amici non devi esitare a dirlo, ok? Certo, sarà come darmi ottocento coltellate al petto ma...posso capire se tu non vuoi, eh! Forse ti ho messa troppo sul fatto compiuto e adesso non sai come comportarti...Marta, davvero, se c’è qualcosa che non va devi dirmelo...». È come un flashback. Gli afferro le spalle per avvicinarlo di più a me e lo azzittisco con un bacio. Cerco di metterci tutto quello che non sono riuscita a dire...che mi sono innamorata di lui... che non mi basta più averlo solo come amico, perchè sogno di stare tra le sue braccia e baciarlo ogni istante della mia vita...che ho una paura fottuta che questo sia solo un bel sogno e che tra poco mi sveglio nel mio letto da sola e senza le sue mani sul mio collo e la sua bocca sulla mia...che ho una paura fottuta di tutto in generale, perchè mi sento completamente persa per questo ragazzo con il ciuffo, che a volte odio e che sempre amo...che ho avuto paura che qualche altra ragazza potesse portarmelo via, ma che sono stata troppo codarda per ammettere anche a me stessa quello che provo per lui...che non vorrei mai smettere di baciarlo, perchè mi sento completamente in paradiso tra le sue braccia... Quando mi stacco da Edwyn, per guardarlo negli occhi e sperare che abbia capito quanto sono innamorata di lui e che dicendomi che anche lui ricambia i miei sentimenti mi ha reso la ragazza più felice della terra, lui mi fa il suo sorriso sghembo che tanto adoro. «Credo di aver capito!», mi sussurra, baciandomi i capelli. Noto solo in questo momento che sono completamente appiccicata a lui, le mie gambe intrecciate con le sue e le mie mani sul suo petto. Ma Edwyn sembra non avere nessuna intenzione di lasciarmi andare. «Quindi...», mi schiarisco la voce io, assurdamente imbarazzata. Oh, insomma Marta! Prima di avvinghi a lui in maniera non proprio educata e poi fai la pudica? «Quindi...», ripete Edwyn, ridendo anche lui, prendendomi in giro come sempre. Poi il suo sguardo si addolcisce. «Quindi adesso non siamo più solo Edwyn e Marta», e indica prima lui e poi me «Ma Edwyn e Marta», esclama, indicando le nostre mani intrecciate, e sorridendo come se fosse il ragazzo più felice del mondo. Mi guarda fisso negli occhi «Vuoi essere la mia Marta?». Annuisco con solennità, cercando di non ricominciare a piangere di nuovo per la gioia e cercando di rimanere seria e composta come la circostanza richiede. Ma non ci riesco. Io sono Marta. Anzi...da questo momento in poi sono la Marta di Edwyn... Quindi non mi sento per niente in colpa quando lancio un urletto di gioia e comincio a saltellare per tutta la stanza come una bambina. Edwyn sulle prime rimane basito da questa mia reazione. Poi scuote la testa, alzando gli occhi al cielo e ridendo. «Mi sembrava strano che ti eri comportata da persona normale per più di cinque minuti!», borbotta, sconsolato, mentre sfreccio davanti a lui facendo una ruota, pazza di gioia. Quando scarico tutta la felicità e l’emozione che ho dentro il mio cuore, salto di nuovo sul letto accanto a lui con una capriola. «Vieni qui, bambina!», esclama Edwyn, infilando il braccio sotto le mie ginocchia e mettendomi in braccio a lui. Lo abbraccio stretta per qualche secondo, prima di lasciarmi ipnotizzare dal suo sguardo. Edwyn comincia a baciarmi prima lentamente, sfiorando le sue labbra con le mie, poi mi stringe ancora di più a sé, e immerge la mano nei miei capelli. La mia mente smette di pensare razionalmente e mi lascio trasportare dalla voglia assurda che ho di lui. Quando smette di baciarmi un secondo per riprendere fiato, mi gira la testa. Ho i brividi e il formicolio su tutto il corpo, e sensazioni simili alle ustioni nei punti in cui le sue dita sfiorano la mia pelle. Credo di non aver mai provato in vita mia le stesse emozioni che provo quando sto con lui... Le nostre labbra che si muovono insieme sono come una danza meravigliosa, un passo a due dalla bellezza devastante. Poi quando si stacca da me per guardarmi come se fossi la cosa più bella del mondo, mi perdo nei suoi occhi incredibili, ancora più belli del suo viso e del suo corpo. Non posso più immaginare di baciare un altro ragazzo che non sia Edwyn. Mi ha completamente fatto uscire di testa. Ed è la sensazione più meravigliosa ma allo stesso tempo più pericolosa del mondo. Credo che non sarò mai più in grado di essere felice, se lui non è qui con me. Rimaniamo in silenzio per un po’, con le mani intrecciate e con Edwyn che giocherella con i miei capelli. Non so nemmeno che ore sono. Forse le otto. O le dieci. O le tre di notte. Stare con lui mi ha pure tolto la concezione del tempo. È solo il mio stomaco brontolone che mi ricorda che forse sarebbe anche il caso di mangiare qualcosa. E i miei capelli credo mi stiano pregando di dar loro una bella lavata. Sospiro, perchè proprio non ho voglia di staccarmi da Edwyn così presto. Lui però sembra condividere i miei pensieri. «Forse è il caso che torno in camera», dice dopo un po’, la voce rotta per il troppo silenzio «Ema si starà chiedendo dove diavolo sono finito!». Annuisco, districando le mie gambe dalle sue e sospirando. Lui ridacchia e mi tira un ciuffo di capelli «Non dirmi che senti già la mia mancanza! Non me ne sono ancora andato che già sospiri?». Gli tiro un pugno «Cretino! Forse sei tu quello che andrà in astinenza se si stacca da me!», ribatto, facendo la linguaccia. Lui sbuffa e alza gli occhi al cielo. Poi si alza dal letto e comincia a recuperare le sue cose. Vengo colta da un pensiero improvviso. «Edwyn! Che facciamo adesso?». Lui si volta a guardarmi, senza capire «Cosa?». «Con noi due!», borbotto, diventando rossa «Siamo in un programma televisivo, te ne sei dimenticato? E se cominciano a spiattellare ai quattro venti la nostra vita privata? Io non voglio che poi si pensi che non mi concentro più sulla danza, né che tu non ti concentri sul canto!». «Ma noi teniamo la nostra vita privata fuori dall’ambito lavorativo, Marta, come abbiamo sempre fatto quando eravamo solo amici! Stai tranquilla, non cambierà praticamente niente rispetto a prima! Però se ho voglia di venire da te e fare questo», Edwyn mi prende il viso tra le mani e mi da un bacio sulla bocca «Lo faccio senza farmi troppi problemi! Se poi lo faranno vedere in televisione amen! Io sono già stato accoppiato con un sacco di ragazze e ragazzi qui dentro!», aggiunge, alzando gli occhi al cielo. Non è che mia abbia tranquillizzato tanto, ma devo ammettere che ha ragione. Faremo come abbiamo sempre fatto. Ripensando a questi due mesi nella scuola, Edwyn ed io siamo stati quasi sempre insieme. Ci sono stati un sacco di abbracci, baci sulle guance e quant’altro. Probabilmente già da casa penseranno che ci sia qualcosa tra noi due... Poi magari la produzione vorrà tenerlo nascosto, perchè si sa che effetti fanno le storie d’amore ad Amici. E io non voglio certo diventare la Emma della situazione. Sarò sempre e solo Marta la ballerina di Amici. Solo che insieme a me ci sarà Edwyn. Il lavoro prima di tutto. Abbiamo tutto il tempo al residence per... Arrossisco di botto, coprendomi il viso con i capelli e voltandomi dall’altra parte in modo da non farmi vedere da Edwyn. Niente pensieri sconci, Marta. Stai tranquilla! Improvvisamente la porta della mia camera si apre, facendo sobbalzare sia Edwyn che me. «Lo sapevo che eri qui!», sbotta Emanuele, fulminando Edwyn con lo sguardo «Puoi avvisarmi almeno la prossima volta, prima che mi metta a cercarti per tutto il residence prendendo seriamente in considerazione l’idea di denunciare la tua scomparsa?». Edwyn ridacchia e gli tira in faccia un cuscino. «Arrivo, arrivo!». Ema sposta lo sguardo da me a lui e viceversa. Poi alza gli occhi al cielo e sbuffa. «Era ora! Non ce la facevo più a sentire i vostri rispettivi Edwyn di qui, Marta di là!». Ecco. Se anche Ema che è costantemente distratto se ne è accorto, sono stata una stupida a preoccuparmi di quello che penseranno gli altri. È come se Edwyn ed io fossimo già insieme, senza però averlo detto chiaramente. Ema mi rilancia il cuscino in faccia e sparisce dietro la porta. Edwyn fa per seguirlo, ridacchiando. Poi però si ferma e torna da me. Mi prende il viso tra le mani e mi bacia «Non sentire troppo la mia mancanza!», mi sussurra, tra le labbra. Io gli pianto un morso sul labbro inferiore «Tu piuttosto, non andare in crisi senza di me!». Edwyn alza gli occhi al cielo. Poi si allontana da me, sempre senza staccare gli occhi dai miei. «A più tardi!», sussurra, sorridendo sullo stipite della porta. «Ciao!», rispondo, imitandolo. Lo guardo uscire dalla camera e chiudersi la porta alle spalle. Rimango per qualche secondo immobile a fissare il punto in cui è sparito. Poi mi butto a peso morto sul letto, sorridendo come una scema e con il cuore che batte a mille dalla felicità. Non vedo l’ora di cominciare questa meravigliosa avventura insieme a lui. *** Edwyn, Emanuele, Ruben, Angela, Verdiana, Federica, Costanzo, Antonio, Nicolò, Etienne ed io decidiamo di andare a mangiare fuori tutti insieme. Scegliamo una pizzeria non troppo lontana dal residence, che fa delle patatine fritte così buone che io mangerei solo quelle. Cammino fianco a fianco con Verdiana, Angela e Federica, mentre tutti i ragazzi camminano in gruppo davanti a noi, parlando di chissà cosa. Verdiana ed Angela stanno parlando delle prove del pomeriggio, Federica invece ogni tanto mi lancia qualche occhiata sospettosa. Io faccio finta di nulla, continuando a comportarmi normalmente. Sia Edwyn che io non stiamo facendo trapelare nulla di strano. Non camminiamo mano nella mano né tanto meno ci sbaciucchiamo ogni secondo. Però chissà perchè sembra che ci sia un’atmosfera strana tra di noi, come se i nostri compagni sospettassero qualcosa. Cerco di non pensarci e godermi la serata. In pizzeria mi siedo accanto ad Edwyn, come è capitato spesso negli ultimi tempi. Lui ogni tanto mi lancia qualche occhiata divertita, ma non andiamo oltre lo sfiorarci i gomiti. Dopo la pizza optiamo per un gelato. Mentre camminiamo tutti in massa, facendo un macello allucinante e facendo voltare parecchie teste delle persone che ci camminano affianco, sento una voce chiamare il mio nome. «Ehi, Marta!». Mi volto e vedo un ragazzo staccarsi da un gruppetto di amici seduti su una panchina e avvicinarsi a me con un sorriso. È Marco, il fratello di un amico di mio fratello. Siamo usciti insieme qualche volta in compagnia, da quando sto a Roma, ma è da un po’ che non lo vedo. «Marco! Ciao, come stai?», esclamo, sorridendo e abbracciandolo. «Io bene!», risponde lui, tirandosi in dietro per guardarmi meglio «Tu piuttosto sei diventata ancora più bella da quando stai in televisione!». «Ma se sono sempre la stessa scema!», ribatto, scuotendo la testa. «Allora, cosa combini? Cosa si prova a stare ad Amici?». «Combino quello che combino sempre! Danza, danza e ancora danza!», esclamo sospirando «Però in effetti essere stata presa ad Amici è un trampolino di lancio davvero importante per la mia carriera!». «Io sono tornato dalla Germania solo due settimane fa e ho subito chiesto di te a tuo fratello!», mi confida Marco, aprendo ancora di più il suo sorriso «...quando mi ha detto che eri stata presa ad Amici non ci volevo credere! Da che non ti vedo mai a che ti vedo ogni giorno in televisione!». Marco lancia un’occhiata ai miei compagni, che si sono fermati per aspettarmi «Anche loro sono nel programma? Ma vi fanno uscire la sera?». «Solo fino alle undici e mezza! Abbiamo il coprifuoco durante la settimana!», spiego scrollando le spalle. Marco torna a posare gli occhi su di me. Dall’ultima volta che l’ho visto è dimagrito parecchio e si è anche fatto crescere la barba. «Dai, allora magari qualche sera ti passo a prendere e andiamo a berci qualcosa insieme, così mi racconti delle tue avventure in televisione!». Marco allunga il braccio per spostarmi il ciuffo dagli occhi e io devo ammettere che sono un pochino sorpresa e imbarazzata da tutta questa confidenza. Apro la bocca per inventarmi una scusa plausibile, quando una mano si posa sulla mia spalla. «Marta, stiamo aspettando te!», esclama Edwyn con uno strano tono di voce. Marco posa lo sguardo da me a lui e sgrana gli occhi. «Oh, ma tu sei quel cantante...mia sorella ha appiccicato le tue foto per tutta la sua stanza!», Marco scoppia a ridere e tira fuori un pezzo di carta con una penna «Puoi farle l’autografo, per favore?». Edwyn fa un sorriso «Certamente! Come si chiama?». «Elisa», dice distrattamente Marco, tutto preso com’è a tirare fuori il suo cellulare dalla tasca. «Allora Marta, dammi il tuo numero così ci possiamo sentire qualche volta! Di chiederlo a tuo fratello manco a parlarne, geloso com’è!», aggiunge, ridacchiando. «Ecco il tuo autografo!», interviene Edwyn piazzandogli in mano il foglietto di carta forse con un po’ troppa enfasi. Poi mi circonda le spalle con un braccio e mi tira a sé, il più lontano possibile da Marco. Lui fissa per qualche secondo da me a lui. Poi un barlume di comprensione si accende nei suoi occhi. «Oh...non avevo capito che voi due», comincia a dire, indietreggiando leggermente «Vabbè Marta, magari ci vediamo qualche volta in compagnia con tuo fratello e tua cognata! Stammi bene mi raccomando e in bocca al lupo per la tua avventura ad Amici!». Marco sorride palesemente imbarazzato per l’ultima volta e si volta per tornare dai suoi amici. Edwyn rimane a guardarlo finchè non si allontana, poi toglie il braccio dalle mie spalle con aria soddisfatta. «Beh, complimenti, l’hai fatto scappare a gambe levate, non c’è che dire!», commento, aggrottando la fronte e incrociando le braccia. Edwyn alza le mani, come per giustificarsi «Ti stava mettendo le mani in faccia e la cosa mi ha dato fastidio, tutto qua. E ha dato fastidio anche te, ammettilo!». Sbuffo «Certo che mi ha dato fastidio. Però non mi piacciono queste scenate possessive da gangster!». «E a me non piacciono i ragazzi che ci provano con te!», borbotta lui, imitando il mio tono di voce. «Non ci stava provando», dico, senza convinzione. «Si come no! E poi pensi che ti avrei lasciato dargli il tuo numero così senza fare storie?». «Non glielo avrei dato il numero! Mi stavo giusto inventando una scusa!», ribatto, altezzosa. «Ma se sembravi un pesce lesso!», esclama Edwyn, ridendo. Gli tiro un pugno. «Sei un cretino!», sbotto, senza però riuscire a trattenere la soddisfazione. Edwyn è palesemente geloso marcio di me. E la cosa mi elettrizza da matti. «E tu sei una scema!», risponde lui, afferrandomi per un braccio e tirandomi a sé. Gli metto le mani al collo e lo abbraccio. Lui mi bacia sul collo e sulla guancia, prima di fermarsi sulla mia bocca. È solo quando smette di baciarmi che mi rendo conto di dove siamo ma sopratutto con chi siamo. Edwyn ed io ci voltiamo nello stesso momento verso i nostri amici, che hanno assistito la scena dall’inizio alla fine. C’è qualche secondo di vibrante silenzio. Poi Emanuele scoppia a ridere, seguito a ruota da Ruben e Costanzo. Federica ci guarda soddisfatta e anche Verdiana e Angela sorridono un po’ imbarazzate. Nicolò e Antonio battono le mani, mentre Etienne alza gli occhi al cielo. «Ce l’avete fatta, era ora!», è il commento di Ruben, quando smette di ridere. «Si, l’avevamo capito tutti tranne voi!», aggiunge Federica, scuotendo la testa sconsolata. «Che diabete, ragazzi!», borbotta Etienne. «E brava la nostra piccola Marta!», esclama Antonio, avvicinandosi a noi per dare una pacca sulla spalla ad Edwyn. «Adesso chi li sopporterà più questi due!», sospira Emanuele, rivolto a Verdiana ed Angela. Io sorrido come una scema, imbarazzatissima ma allo stesso tempo piena di gioia. Edwyn si lascia dare qualche botta dai suoi amici, prima di afferrarmi saldamente la mano e cominciare a camminare. Le nostre mani non si staccano più per tutto il resto della serata. Nemmeno al residence, quando Edwyn mi riaccompagna in camera. Mi fermo davanti alla porta, di spalle, mentre frugo nella borsa alla ricerca della chiave. In realtà non ho alcuna intenzione di staccarmi da Edwyn proprio ora, ma sono troppo imbarazzata per farglielo capire... «Ehm...allora....buonanotte?», farfuglio, senza guardarlo negli occhi. Lui però mi afferra il mento e mi costringe ad alzare lo sguardo. Rimaniamo in silenzio per qualche secondo a guardarci. Poi scoppiamo a ridere, perchè oltre ad essere impacciati come non mai siamo anche due cretini. «Buonanotte, cucciola!», sussurra Edwyn tra le mie labbra, dopo che siamo riusciti a smettere di ridere. Poi si stacca da me, mi sorride e fa per andarsene. E la mia voce esce fuori senza che il cervello se ne accorga «Edwyn?». Lui si volta a guardarmi. Sorrido. «Ti va di dormire da me?». Oddio l’ho detto. L’ho proprio detto. Ma cosa mi prende? Dov’è il cervello quando mi serve? Cervello? Cervello? Niente...non risponde... Edwyn mi fissa stupito per qualche secondo. Poi si apre in un bellissimo sorriso... «Certo che mi va!». Torna sui suoi passi, mentre io mi sposto leggermente dallo stipite per farlo passare. Quando i nostri occhi si incontrano, sorridiamo entrambi. Poi chiudo la porta.
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